Papa Francesco (foto Ansa)

La prima notte di papa Francesco al Policlinico Gemelli di Roma è «trascorsa bene», ha comunicato l’agenzia di stampa vaticana. Il Pontefice era stato sottoposto mercoledì 7 giugno a un’operazione di laparotomia e plastica della parete addominale. In sostanza, gli è stata asportata un’ernia all’addome, che gli procurava dolore ma che soprattutto rischiava di creare un’occlusione intestinale. L’intervento, eseguito dal chirurgo Sergio Alfieri, è durato tre ore. Al risveglio dall’anestesia generale, Francesco ha trovato la forza di scherzare: «Quando facciamo la terza?», ha chiesto al medico (Alfieri l’aveva già operato nel 2021). Fuori dal Gemelli si sono radunati decine di fedeli in attesa di nuove notizie, ma anche gli altri pazienti dell’ospedale sono interessati alle condizioni del Papa. Il chirurgo ha chiarito che il Vescovo di Roma non ha altre malattie.

L’intervento – L’operazione di mercoledì era programmata. È stato lo stesso Francesco a decidere il giorno, dopo una tac di controllo fatta martedì 6 giugno al termine dell’udienza del mattino. Da qualche tempo, il Vescovo di Roma accusava dei dolori all’addome, dovuti alla formazione di un’ernia sulla cicatrice dell’intervento a cui si era sottoposto nel 2021. Il 4 luglio di quell’anno gli fu asportato un tratto di colon, sempre a opera del team di Alfieri, per una stenosi diverticolare del sigma (un restringimento del tratto intestinale dovuta alla formazione e infiammazione di diverticoli nel colon, piccole “tasche” create da una flessione della mucosa). Secondo gli esperti, è normale che possano presentarsi complicazioni dovute a questa operazione, anche a distanza di anni.
Dopo l’asportazione dell’ernia a papa Francesco è stata posizionata una rete per bloccare e chiudere la parete addominale, indebolita dall’intervento del 2021. Si tratta di una protesi sintetica che va a rinforzare i tessuti, integrandosi ad essi.

I tempi di guarigione – Proprio perché la protesi deve essere “accettata” dai tessuti, i tempi della convalescenza e della ripresa sono incerti. Normalmente, la degenza per questo tipo di operazioni va «dai cinque a i sette giorni», ha spiegato Alfieri, ma trattandosi di una persona di 86 anni ci potrebbe voler qualche giorno in più. Intanto, il Vaticano ha sospeso tutte le udienze fino al 18 giugno. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha però specificato che Francesco riprenderà da subito, «anche se da un letto di ospedale, l’esercizio del ministero. Quindi se ci sono cose che devono essere decise, urgenti, si porteranno a lui all’ospedale Gemelli». La guarigione completa è più lunga e richiederà circa un paio di mesi. Al Corriere della Sera, Franco Corcione, responsabile della chirurgia oncologia mininvasiva della Clinica Mediterranea di Napoli e presidente emerito della Società italiana di chirurgia, ha spiegato che, in questi casi, è consigliabile che il paziente riprenda gradualmente a camminare, per facilitare l’assorbimento della protesi. In questo senso, il fatto che papa Francesco abbia problemi a camminare e che quindi per spostarsi usi la carrozzina potrebbe rappresentare una complicazione. Intanto, ha ricevuto gli auguri di pronta guarigione da tutto il mondo, in particolare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla Casa Bianca, ma anche dal segretario generale della CISL Luigi Sbarra.

Le altre operazioni – Prima del 2021, il Pontefice si era già sottoposto ad altre due operazioni. Una da giovane, a 21 anni, quando una grave polmonite richiese l’asportazione del lobo superiore del polmone destro. L’altra, in gran segreto, nel 2019, quando Francesco si recò alla Clinica Pio XII di Roma per un intervento di cataratta. Due anni fa il Vescovo di Roma avrebbe dovuto operarsi anche al ginocchio, ma l’anestesia gli aveva dato qualche fastidio e per questo aveva deciso di annullare l’intervento: questo spiega i suoi problemi nel camminare. Non era stato operato nemmeno quando lo scorso 29 marzo fu ricoverato per a causa di una bronchite infettiva. In quell’occasione, rimase al Gemelli tre notti prima di essere dimesso.

Il futuro – Come ogni volta che il Papa sta male o è ricoverato, sono riprese le voci che lo vorrebbero vicino alle dimissioni. Indizi, però, non ce ne sono. A dicembre, Francesco aveva rivelato al quotidiano spagnolo Abc di aver già firmato, nel 2013, la rinuncia al magistero, ma solo in caso di «impedimento medico». A febbraio, durante la visita ai suoi confratelli gesuiti in Congo, aveva ribadito di non essere intenzionato a lasciare: «Io credo che il ministero del Papa sia ad vitam. Non vedo la ragione per cui non debba essere così». Quel che è certo, però, è che nella Chiesa ci sono diverse persone che si stanno già muovendo in vista del futuro Conclave. Lo stesso Francesco, del resto, si era lamentato di sentirsi circondato da un’attenzione non disinteressata di alcuni cardinali.