«Siamo qui tutti insieme per dimostrare che il nostro sostegno all’Ucraina è più forte che mai», ha twittato Ursula von der Leyen, atterrata a Kiev. Si terrà infatti una riunione speciale dei commissari europei con i ministri del Paese per chiarire i diversi punti dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Questo incontro anticipa il summit di von der Leyen con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel quale si affronteranno le questioni legate alla guerra, che prosegue ormai da quasi un anno.
La strada per l’adesione – Da giugno 2022 l’Ucraina ha ufficialmente lo status di paese candidato a entrare nell’Unione. Questo significa che nella fase attuale ci sono delle condizioni, valutate dalla Commissione, che il Paese deve rispettare per essere ammesso. Tra le sette richieste che sono state fatte dall’Unione: l’elaborazione di riforme sulla selezione dei giudici della Corte costituzionale, sulla protezione delle minoranze e una nuova legge sui media. Centrale anche la lotta alla corruzione e all’influenza degli oligarchi: su questo aspetto Zelensky ha già iniziato ad agire, con perquisizioni, indagini e diversi esponenti di vertice delle dogane licenziati. Un grande impegno da parte del Paese ad accelerare il processo, quindi, che sembra incoraggiato dall’arrivo a Kiev della Commissione e dall’annuncio di un nuovo pacchetto di 500 milioni di euro per sostenere le riforme. Tuttavia, una fonte diplomatica europea ha confidato all’Ansa che «nessuno pensa seriamente che l’Ucraina possa entrare nell’Ue nei prossimi anni, semmai si parla di decenni».
I pacchetti europei – L’Alto rappresentate europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, a Kiev insieme a von der Leyen, ha riferito che l’Unione dall’inizio dell’invasione russa ha inviato aiuti per 50 miliardi di euro. Per l’Ansa, l’Ue avrebbe in previsione di addestrare almeno 30mila soldati ucraini per utilizzare i carri armati forniti dai diversi Paesi.
Le armi degli altri – Mentre l’Europa continua a dimostrare il suo supporto all’Ucraina, a preoccupare la Russia è la possibilità che anche Israele mandi aiuti militari. Il premier Benjamin Netanyahu, pur disponibile a mediare tra Putin e Zelensky, è già stato avvertito da Mosca: «Quando si tratta di forniture di armi, non classifichiamo i Paesi in base alla geografia», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo. E nel frattempo, il nuovo pacchetto di aiuti da 2 miliardi di dollari stanziato dagli Stati Uniti comprenderebbe dei razzi a lungo raggio Glsdb (Ground launched small diameter bombs). Pur meno temibili dei razzi Atacms (Army tactical missile system) richiesti dall’Ucraina, che hanno una gittata fino a 300 km, i Glsdb possono comunque raggiungere obiettivi a 150 km di distanza con una libertà di movimento a 360°. Per il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, l’invio di armi del genere preannuncia l’arrivo di mercenari: «Se queste armi verranno consegnate, molto probabilmente verranno forniti anche gruppi di combattimento», ha dichiarato Lavrov all’agenzia Ria Novosti. Per gli ucraini, ha sostenuto, sarebbe impossibile addestrarsi da soli all’uso di questi razzi in pochi mesi.
Una ricorrenza difficile – Del resto, si avvicina il 24 febbraio, il primo anniversario dello scoppio della guerra. Il governo ucraino si aspetta una grande offensiva: «La Russia vive di simbolismo», ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Reznikov ai media francesi. Nella notte sono state bombardate Kramatorsk, nella parte orientale del Paese, e Kherson, dove è crollato un palazzo uccidendo una donna e un giovane. Il numero totale delle vittime è ancora ignoto. Per il capo militare di Kherson, almeno 11.000 persone sono fuggite dalla città tra dicembre e gennaio.
Cura per i dettagli – Anche l’Unione Europea, a suo modo, è attenta al simbolismo. La visita in un Paese in guerra, come è l’Ucraina, presenta profili delicati, e una nota interna del Segretariato della Commissione visionata da Politico ha richiesto ai funzionari di essere rispettosi persino in termini di dress code. Vietato infatti vestirsi con colori tradizionalmente militari: kaki, arancione e quel verde che è ormai rappresentativo dell’uniforme di Zelensky.