«Un ritorno ai principi base e ai nostri valori». Questo si augura il governatore della Lombardia Attilio Fontana per il futuro della Lega, agitata in questi giorni dalle riflessioni nate dal crollo di consensi delle regionali in Umbria ed Emilia-Romagna. A margine di un evento a Milano, tenutosi nella mattinata del 21 novembre, Fontana ha dichiarato che al Carroccio «bisogna anche iniziare a mettere in considerazione il problema del Nord», affermando: «Per il futuro credo che dovremo continuare sulla strada di quelli che sono i principi base della Lega e i nostri valori, sostenendo i territori e sostenendo una classe di amministratori locali che è sicuramente la migliore di questo Paese». Considerazioni che seguono il consiglio federale del partito svoltosi il giorno prima dove, come rivela il Corriere della Sera, uno dei temi principali è stato indagare le cause dei recenti insuccessi elettorali.
Il calo di consensi – Le recenti elezioni regionali, per cui si è votato il 17 e 18 novembre, hanno presentato dati sconfortanti per la Lega, che ha registrato un grosso calo di consensi soprattutto in Umbria, dove la bocciatura dell’ex-presidente di regione Donatella Tesei è stata netta. La candidata del Carroccio sostenuta dal centrodestra non è riuscita a replicare il successo del 2019, quando la Lega da sola sfiorò il 37% guidando la coalizione. Cinque anni dopo si è attesta al 7,7% dei consensi: un’emorragia di oltre 129mila voti. Meglio non è andata in Emilia-Romagna, dove rispetto alle regionali del 2020 la perdita è stata di 612mila voti e il partito si è fermato al 5,27%, contrariamente al quasi 32% del 2020. Ma senza andare troppo indietro nel tempo, anche rispetto alle Europee dello scorso giugno sono stati persi quasi 50mila voti in Emilia-Romagna e più di duemila in Umbria.
Le riflessioni – Il problema, per il partito guidato da Matteo Salvini, pare ora essere la mancanza di una base elettorale che rispecchi il ruolo della Lega in parlamento e al governo nazionale, dove è entrata come secondo partito. Il Carroccio lamenta di essere dietro a Forza Italia in entrambe le regioni, oltre che di essere stato messo ai margini della coalizione dalla folta schiera di consensi di FdI. Come ha rivelato il Corriere, al consiglio federale del 20 novembre i toni sono stati accesi e le preoccupazioni sono state rivolte soprattutto al Veneto, storica base di consensi leghista dove si voterà nel 2025. Il candidato uscente Luca Zaia – al suo secondo mandato nel 2020 è stato eletto con il 76% di voti – si è smarcato dalle critiche lanciate da Salvini agli amministratori locali, secondo lui ingiustamente accusati del tonfo elettorale. Zaia ha voluto rimarcare che la colpa è da ricercare nella mancata attuazione dell’Autonomia, una delle battaglie storiche della Lega. Gli ha fatto eco in mattinata Attilio Fontana, ribadendo la necessità di tornare a pensare al Nord per ritrovare l’identità del partito, «se non si arriva a una riforma di questo paese».