«Ormai il Movimento 5 Stelle e la Lega si sono trasformati: sono loro le nuove èlite». Il politologo Stefano Camatarri, docente di Scienza politica all’università di Louvain (Belgio), è uno dei maggiori esperti europei di “populismo” e da anni studia le trasformazioni di Lega e Movimento 5 Stelle. In un’intervista a La Sestina spiega che «le due forze sono cambiate molto negli ultimi mesi passando dalla protesta alla loro completa istituzionalizzazione». Anche se le due forze politiche si dividono spesso su temi come le opere pubbliche (Tav e Terzo Valico), le proposte economiche (reddito di cittadinanza) o le relazioni internazionali (Venezuela), Camatarri sostiene che il collante che tiene insieme Lega e M5S sia la loro capacità di «diventare forza di governo» e di «occupare le istituzioni».

«Hanno abbandonato la protesta» –  «Entrambi i partiti si sono trasformati a partire dalla campagna elettorale del 2018 – spiega il professor Camatarri – e lo hanno fatto anche attraverso un uso studiato dei media. Da quando sono al governo hanno abbandonato il loro retroterra protestatario adattandosi sempre di più all’ambiente istituzionale». E questo, è la tesi del Professore, si spiega con una semplice ragione: «Lo fanno perché così possono riuscire a raggiungere fasce sempre più ampie della popolazione». Questo nuovo atteggiamento può essere attribuito sia al Movimento 5 Stelle che alla Lega, che in realtà ha governato per nove degli ultimi 25 anni: «Il Movimento ha abbandonato la protesta sostituendola con un atteggiamento da forza di governo attraverso proposte di policy molto precise – continua il politologo –. Basti pensare al reddito di cittadinanza o quelle a favore delle piccole e medie imprese. E lo stesso si può per la Lega di Matteo Salvini che è passata da essere una forza territoriale a una nazionale grazie a determinate issue come l’immigrazione o la riforma fiscale che stanno premiando in termini di consenso elettorale».

Il dibattito sull’immigrazione – Il tema su cui il governo Conte punta di più però è sicuramente quello dell’immigrazione: i casi della nave Diciotti e poi quello della Sea Watch hanno provocato aspre polemiche nel paese, sui media e anche un’inchiesta giudiziaria nei confronti del ministro dell’Interno Salvini. Ma nonostante questo, le due forze di governo continuano a battere il tasto sulla retorica anti-sbarchi. Perché? «Il motivo è molto semplice – va avanti il professore dell’università di Louvain – è in atto una crisi migratoria senza precedenti dal Nord Africa e i partiti si aspettano di ottenere consenso su questo messaggio perché il tema è molto caro agli elettori. Una parte dell’elettorato (quello leghista) vorrebbe decisioni di tipo drastico di chiusura totale dei confini mentre quello dei 5 Stelle è più aperto a un dibattito con l’Europa: ma entrambi condividono un atteggiamento di contrarietà all’arrivo di nuovi migranti».

Destra e sinistra – Infine l’altro tasto su cui puntano forte Lega e M5S (insieme a molte altre forze europee considerate “populiste”) è il superamento del tradizionale asse destra-sinistra. Ma Camatarri non è d’accordo con questa tesi: «La frattura destra-sinistra, che ha caratterizzato epoche precedenti, oggi è sicuramente più debole – conclude – ma questo non vuol dire che sia scomparsa del tutto o che non sia più nella mente delle persone. Direi, invece, che all’asse destra e sinistra si è affiancato un interesse sempre maggiore verso determinate issue come la globalizzazione e le migrazioni internazionali. Poi come vengono interpretate è un altro discorso».