Cittadini in fila per votare alle primarie del Pd, a Roma

Cittadini in fila per votare alle primarie del Pd

Non vanno d’accordo sulla legge elettorale né sulle larghe intese. Neppure il regolamento interno del loro stesso partito è esente da discussioni. Litigano su tutto i quattro candidati alla segreteria del Partito Democratico, ma c’è una cosa che li accomuna: il timore di dover fare i conti con una scarsa partecipazione alle primarie, il prossimo 8 dicembre. L’incubo dei “gazebo vuoti”.

Il più preoccupato sembra Matteo Renzi, il grande favorito: indipendentemente dalla percentuale dei consensi personali, un’affluenza inferiore ai due milioni sarebbe l’ennesimo segno di sfiducia verso il partito che aveva promesso di ricompattare il centro-sinistra italiano. Stando ai numeri si tratta di un timore fondato: nell’ultimo sondaggio voluto dal comitato elettorale del sindaco di Firenze a eleggere il prossimo segretario del Pd si presenteranno un milione e 600mila cittadini – anche se le stime più ottimistiche dicono che si potrebbe arrivare a due milioni e mezzo. Che sono comunque ben lontani dalle prime primarie del 2005 tra Veltroni, Letta e Bindi, dove si recarono tra gazebo e circoli più di tre milioni e 500mila italiani. E anche nelle seconde – quelle tra Bersani, Franceschini e Marino – votarono in 3 milioni.

«Non mi riconosco in questo Pd». È probabilmente questo il motivo – al di là del recente scandalo delle tessere “gonfiate” – che spingerà molti a starsene a casa il giorno della Madonna. A dirlo, però, non è un cittadino qualunque, bensì Silvio Sircana, già portavoce di Romano Prodi, padre spirituale del partito. Che ha a sua volta dichiarato che non voterà. Sircana rincara: «Molti si tureranno il naso e molti non voteranno proprio». Intanto, le file delle defezioni “illustri” si ingrossano. Lo stesso Prodi, ma anche il segretario Cgil Susanna Camusso e l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, che taglia corto: «Il clima che si è creato non invoglia certo ad andare a votare. Deciderò quel giorno se andare».

Mentre i sondaggi sul tema si sprecano, si stanno svolgendo in questi giorni le elezioni per i mille delegati che andranno a comporre l’Assemblea nazionale del partito. Eletti dai circoli provinciali, si riuniranno tutti a Roma il prossimo 24 novembre per votare chi, tra i quattro candidati alla segreteria, potrà partecipare alle primarie. Solo tre di loro, infatti, vedranno scritto il proprio nome tra le preferenze da indicare l’8 dicembre.

Giorgia Wizemann