Dopo il no in Veneto, ci prova la Liguria. Sono dieci le regioni italiane – il 18 gennaio in Lombardia – in cui è stata depositata una proposta di legge sul fine vita su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni, che si batte, tra le altre cose, per la legalizzazione dell’eutanasia. Un tema di cui si discute da anni e che crea spaccature sia all’interno dei partiti che nell’opinione pubblica. Il Veneto è stata la prima regione a discutere – e a bocciare –, il 16 gennaio, in Consiglio regionale la proposta di legge Liberi subito, depositata con 9 mila firme, per regolamentare la possibilità di ricorre al suicidio assistito. I consiglieri regionali veneti che hanno votato contro la proposta hanno sostenuto che la regolamentazione sul fine vita sia una competenza dello Stato e non delle regioni. In Italia questa pratica è stata depenalizzata da una sentenza della Corte Costituzionale del 2019, conosciuta come “sentenza Cappato”, ma ancora manca una regolamentazione a livello nazionale. Questa sentenza ha stabilito che l’auto-somministrazione di un farmaco letale non è punibile in presenza di alcune condizioni. In particolare, sono quattro i requisiti necessari: la persona che ne fa richiesta deve essere «(a) affetta da una patologia irreversibile e (b) fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, che trova assolutamente intollerabili, la quale sia (c) tenuta in vita a mezzo di trattamenti di sostegno vitale, ma resti (d) capace di prendere decisioni libere e consapevoli».

Liberi subito – Nonostante la sentenza della Consulta, il Servizio Sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. La campagna dell’Associazione Coscioni Liberi Subito mira a definire attraverso proposte di legge regionali il percorso di richiesta di suicidio medialmente assistito e i controlli necessari in tempi certi e adeguati.

Toti favorevole del fine vita – Era stato il governatore del Veneto Luca Zaia a spingere per far discutere la proposta di legge in Consiglio regionale. Dopo la bocciatura aveva commentato così: «Tutte le posizioni sono rispettabili e le rispetto fino in fondo. Trovo però ipocrita da parte di qualcuno far finta che non esista nemmeno la sentenza della Consulta che autorizza il fine vita». Il governatore della Liguria Giovanni Toti si è espresso in favore del suo collega: «Un tema di coscienza», lo ha definito, aggiungendo: «Zaia ha posto una questione vera, che per la verità ha posto anche la massima magistratura dello Stato, cioè dover normare un aspetto della vita delle persone che fino a oggi è stato lasciato alla magistratura con qualche timidezza da parte della politica, quindi penso che abbia fatto assolutamente bene», ha dichiarato Toti. «Non solo i singoli partiti, ma le singole persone si esprimono sul tema che credono che sia etico e giusto fare, non credo ci possa essere su questo punto una disciplina di partito. Ma apprezzo il coraggio di Zaia, è stata una legge di iniziativa popolare che lui ha voluto cogliere, credo che abbia dato una sollecitazione alla politica che il Parlamento dovrà cogliere, non solo i Consigli regionali». L’Associazione Luca Coscioni ha fatto sapere di essere intenzionata a promuovere anche in Liguria una raccolta di firme per una proposta di legge regionale sul fine vita: «Stiamo avviando le interlocuzioni con gli uffici regionali per le pratiche burocratiche e questioni tecniche». Ha aggiunto Jennifer Tocci, una delle coordinatrici della Cellula Coscioni di Genova: «Nei prossimi giorni convocheremo una conferenza stampa per fare il punto sulle nostre iniziative a Genova e in Liguria». In Liguria l’ultima discussione in merito era avvenuta nel settembre del 2021, quando M5s e Linea Condivisa portarono in aula la proposta di referendum abrogativo sostenuta dall’associazione Coscioni per dare via libera all’eutanasia legale. Una proposta che fu bocciata dalla maggioranza di centrodestra e sul quale alcuni esponenti di centrosinistra preferirono astenersi.

Dat –  Un tema strettamente legato a quello del suicidio assistito è quello del testamento biologico, cioè il diritto a scegliere in anticipo quali tipologie di cure ricevere qualora in futuro non si fosse nelle condizioni di poterlo fare. A regolamentare questo diritto è la legge nazionale sulle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat). Una legge in vigore dal 2017, ma che ancora è poco conosciuta. In Liguria, secondo i dati raccolti nel gennaio del 2023 dall’Associazione Coscioni, sono 6.903 le Dat depositate.