Nessuno sa con certezza quanti e chi saranno gli elettori che il 24 gennaio si presenteranno a Montecitorio per il primo giro di valzer di questo rito che è l’elezione del presidente della Repubblica. Quella del Quirinale è una partita che si gioca sul filo dei numeri. Una dozzina di voti possono bastare per salire sul Colle più alto o per mandare in fumo una candidatura. A questo giro, però, tutti i calcoli sono viziati da una variante imprevedibile chiamata Omicron.

Numeri incerti – Gli aventi diritto sono 1.009. Ma il Covid aleggia sull’Aula. Ventinove deputati e una mezza dozzina di senatori sono bloccati a casa dal virus. Se potranno esercitare il proprio diritto di voto ancora non è certo. Il presidente della Camera Roberto Fico è per il no: «A norma di legge, i positivi non possono votare», ha risposto in un’intervista a Mezz’ora in più. Il centrodestra non ci sta, perché l’esclusione dei positivi potrebbe bloccare la corsa di Silvio Berlusconi. E rendere vani gli sforzi per racimolare la sessantina di voti che, abaco alla mano, mancherebbero al fondatore di Forza Italia per raggiungere la soglia magica di 505 voti, sufficienti dal quarto scrutinio. Per questo, gli azzurri – come anche Matteo Renzi – chiedono di fare il possibile perché tutti i grandi elettori esprimano una preferenza. Se necessario anche con il voto a domicilio, chiede il capogruppo azzurro Paolo Barelli. La decisione definitiva arriverà entro metà settimana. Solo allora si conoscerà con certezza la consistenza numerica dell’Assemblea. I parlamentari non vaccinati risponderanno alla chiamata: per accedere all’emiciclo è sufficiente un tampone negativo. Ma niente caffè alla buvette: per quello serve il Green Pass rafforzato.

Catafalchi, alla prossima – Nel frattempo, i 1.009 hanno ricevuto il protocollo predisposto perché si possa votare in sicurezza. Un solo scrutinio al giorno, anche il sabato e domenica assicura Fico. Una maratona, dunque, per scongiurare il rischio che le operazioni si trascinino oltre il 3 febbraio, giorno in cui scadrà il mandato di Sergio Mattarella. In Aula entreranno cinquanta elettori alla volta, secondo una precisa gerarchia: precedenza ai senatori a vita, seguiti da senatori semplici, onorevoli e delegati delle Regioni. Per evitare i consueti capannelli – sinonimo, in tempo di pandemia, di assembramento – verranno smontate le postazioni di voto allestite attualmente nel Transatlantico. E nel cortile interno del palazzo, per consuetudine riservato alle troupe televisive, sarà montata una tensostruttura che accoglierà gli elettori. I catafalchi, con le loro tendine di velluto rosso, resteranno parcheggiati nei corridoi del quinto piano di Montecitorio. La segretezza del voto sarà garantita da cabine più ampie, puntualmente sanificate. Una trafila che richiederà suppergiù cinque ore per concludere lo spoglio.