Letizia Moratti - Sara Bottino

Letizia Moratti alla manifestazione per la pace a Milano (foto di Sara Bottino)

«Mettere insieme riformisti, liberali e socialisti»: è questa la strategia politica annunciata da Letizia Moratti all’indomani della sua candidatura alla Regione Lombardia. Dopo le dimissioni, l’ex vicepresidente lombarda e assessora al Welfare correrà nella coalizione Azione-Italia viva. L’appuntamento elettorale è per il 2023, anche se gli assetti sembrano decisi. L’ex sindaca si è dichiarata aperta a “molte realtà civiche” e ha lanciato un appello al Partito democratico. «Il centrodestra non c’è più – ha detto Moratti in un’intervista a Repubblica – lo si è visto con i primi provvedimenti del governo». Poi ha aggiunto: «Agli amici del Pd dico solo questo: è cambiato lo scenario». La decisione arriva dopo le scelte del nuovo governo su Covid e rave. Ma i malumori vengono da lontano, e le dimissioni del 2 novembre rendono solo evidente una spaccatura covata per mesi.

Dalle origini alla rottura – Presidente Rai dal 1994 al 1996, ministra dell’istruzione nel secondo governo Berlusconi e sindaca di Milano dal 2006 al 2011, Moratti ha una storia ancorata a Forza Italia. Quando nel 2021 Matteo Salvini la nomina vicepresidente e assessora al Welfare della Regione Lombardia, sembra volerla già in pole per la presidenza 2023. Moratti infatti entrava nel governo regionale in un momento difficile per Fontana, costretto a sostituire Giulio Gallera (Fi). A un certo punto qualcosa si è rotto. Nella nota di dimissioni alla Regione, diffusa venerdì scorso, Moratti parla di “lentezze e difficoltà” all’interno della giunta. Un affondo ribadito anche a Repubblica, con cui ha definito «mediocre» l’amministrazione a guida Fontana.

La spaccatura con la destra – Dichiarati gli attriti, ora Moratti boccia l’intera destra. Da una parte si candida con Azione-Italia Viva, ma dall’altra cerca una coalizione più ampia sottolineando di essere sempre stata “un candidato civico”. Il primo obiettivo è il centrodestra: l’ex sindaca cerca sostenitori tra Lega e Forza Italia. L’idea è costruire una forza alternativa a Fontana. Da qui la candidatura con il cosiddetto Terzo polo, ma soprattutto le aperture nei confronti del Pd e di Carlo Cottarelli. «Lo stimo – ha detto a Repubblica – cercherò di capire se sarà possibile un percorso insieme». Immediata la reazione di Salvini. Il leader del Carroccio disconosce quello che un anno fa sembrava il suo asso e parla di “incoerenza” per quella che vede come una candidatura con la sinistra. Intanto, tra i leghisti c’è chi, come Gian Marco Centinaio, evoca addirittura il tradimento.

La corsa verso il Pirellone – Che Moratti volesse staccarsi dalla destra estrema si era intuito già quando l’ex sindaca ha partecipato alla manifestazione per la pace organizzata a Milano, tra gli altri, proprio da Carlo Calenda. Ma l’imprenditrice ha fatto di più, citando il padre partigiano in un discorso alla piazza. Una mossa cavalcata subito da Salvini, che ha diffuso un meme con falce e martello sulla fronte dell’avversaria. Eppure, mentre la candidata di Azione-Italia Viva lancia da più fronti un appello esplicito alla sinistra in nome del “pragmatismo”, i dem si smarcano. Franco Mirabelli, vicecapogruppo del Pd al Senato, ai microfoni di 7Gold ha dichiarato che «Il sostegno del Pd a Moratti non sta né in cielo né in terra». Il partito democratico apre il percorso verso il Congresso e le parole di Goffredo Bettini, ex senatore ed esponente di peso del Pd, non sembrano lontane dalla visione di Moratti: «Sono per una maggioranza che va dai cattolici democratici alla sinistra».