«Dovrei dimettermi da capo di Twitter?». Per il popolo dell’uccellino blu, la risposta è sì. Come se parlasse alla palla magica, Elon Musk ha affidato a un sondaggio sul suo social network la decisione sul proprio destino. Hanno votato oltre 17mila utenti e il Sì ha vinto con il 57,5%. L’attuale Ceo della piattaforma ha lanciato il referendum sul suo profilo e ha specificato che ne «rispetterà i risultati». Il voto è iniziato intorno alla mezzanotte italiana del 19 dicembre e si è concluso poco dopo mezzogiorno. Circa dodici ore per decidere il futuro della piattaforma. In molti ora si chiedono se Musk manterrà la parola data.

Sospensioni e timori – D’altronde il neo proprietario di Twitter ha abituato tutti ad aspettarsi l’imprevedibile, di tutto e di più. Tanto per restare ai tempi recenti, c’è la sospensione degli account di giornalisti e attivisti che seguivano i suoi spostamenti aerei. Musk ha accusato i reporter di aver fatto doxxing, ossia di avere rivelato informazioni private sul suo conto. In particolare, per Musk avrebbero reso nota la sua posizione in tempo reale, mettendo in pericolo la sua famiglia. In realtà, come ricostruito dai debunker, i giornalisti avevano scritto del suo jet personale riportando dati di dominio pubblico. Immediata la reazione di media e istituzioni di tutto il mondo. La vicepresidente della Commissione europea Vera Jourová ha definito «preoccupanti» le iniziative di Musk, mentre la Cnn ha invocato la censura. Anche in questo caso, dopo le polemiche, Musk ha lanciato un sondaggio sul suo profilo per lasciar decidere agli utenti se annullare la sospensione. Davanti alla vittoria del sì, è stato annunciato il ripristino degli account. Agenzie internazionali come Reuters, però, fanno presente che «le preoccupazioni persistono».

Elon Musk (Pixabay)

Attacco alla concorrenza – A preoccupare nelle scorse settimane è stato in generale l’atteggiamento dell’imprenditore nella gestione della piattaforma. Con una nota aziendale diffusa poche ore fa, Twitter ha annunciato di voler vietare la pubblicazione di contenuti che linkano a piattaforme rivali. Tra queste, Facebook, Inastagram, Mastodon, Tribel, Nostr, Post, e Truth Social, il social network creato da Donald Trump. Nel comunicato, l’azienda spiega che la decisione è stata presa per evitare la «promozione gratuita di specifiche piattaforme di social media». La concorrenza sembra preoccupare Musk fin dall’inizio. La tensione è emersa con maggiore evidenza nei confronti di Apple. Contro il colosso di Tim Cook, Musk ha messo in piedi una provocazione durata diversi giorni, accusando i vertici della Mela morsicata di voler estromettere Twitter dall’Apple store. Il diverbio si è concluso con annunci di riappacificazione, ma quando Musk ha lanciato Twitter Blue, l’operazione che ha reso a pagamento le spunte blu, ha maggiorato i costi di sottoscrizione per i dispositivi Ios.

L’acquisizione – Le contraddizioni nell’operato di Elon Musk si sono manifestate fin dall’acquisizione del social network, avvenuta lo scorso ottobre. Il Ceo di Tesla ha finalizzato l’operazione a poche ore dalla scadenza fissata dal giudice, dopo mesi di contrattazioni e ripensamenti. Subito dopo aver raggiunto l’accordo, chiuso su una cifra di 44 miliardi di dollari, Musk ha dichiarato di aver comprato Twitter per «aiutare l’umanità». La sua prima azione da manager però è stata licenziare quattro dirigenti dell’azienda, tra cui il Ceo Parag Agrawal e Vijaya Gadde, responsabile del team legale e della divisione trust and safety. Come primo Tweet da Ceo, ha scritto «The bird is freed», «L’uccello è stato liberato». Con quelle parole, ha avviato una politica di moderazione di contenuti che non è ancora del tutto chiara e ha portato al sondaggio delle scorse ore. Quando a fine novembre, Musk ha deciso con le stesse modalità di riammettere su Twitter Donald Trump, gli esperti hanno denunciato quanto di poco scientifico ci sia in queste consultazioni. Ora Musk applica lo stesso trattamento a se stesso. L’imprenditore non ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a effettuare il sondaggio, l’ultimo suo post, pubblicato due ore dopo il lancio del sondaggio, recita «Coloro che vogliono il potere sono quelli che meno lo meritano». Adesso che gli utenti di Twitter hanno votato a favore delle sue dimissioni, resta da capire se e come il manager accetterà la loro decisione.