«Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare», profetizzava ‘il professore’ Vujadin Boskov in una conferenza stampa alla vigilia di una partita di Serie A. L’allenatore nato jugoslavo e morto serbo nel 2014 aveva guidato nel 1990-1991 la Sampdoria alla vittoria del suo primo, e al momento unico, campionato. Erano i blucerchiati dei ‘gemelli del gol’, di Gianluca Vialli e Roberto Mancini che questa sera alle 20 e 45 si siederanno sulla panchina del ‘Renzo Barbera’ di Palermo, uno da dirigente e l’altro da commissario tecnico della nazionale italiana. Per loro, però, il pareggio non sarà un’opzione. Solo una vittoria contro la Macedonia del Nord porterà gli azzurri a giocarsi la finale dei playoff per il Mondiale di Qatar 2022: «L’Italia sa giocare bene a calcio», ha garantito il mister Mancini: «Pensiamo solo a quello».
«Squadra che vince, non si cambia» – Gianni Brera lo chiamava “l’astuto zingaro di Vojvodina”. Abile comunicatore e stratega, Boskov fece del modulo 4-4-2 una filosofia di vita. La sua Sampdoria scendeva in campo consapevole che per vincere contro l’avversario bastava segnare un gol in più, che è meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0 e che «squadra che vince, non si cambia». Mancini lo ha detto: «Non abbiamo avuto molto tempo prima di questa partita, perciò ho confermato il gruppo dell’Europeo». Un gruppo capace di conquistare Euro 2020 e di battere l’Inghilterra padrone di casa a Wembley, ma che deve fare i conti con gli infortuni. Se Donnarumma è confermato tra i pali nonostante il periodo negativo al Paris Saint-Germain, la difesa dovrà essere ridisegnata: Emerson-Bastoni-Acerbi-Florenzi non dovranno far rimpiangere Spinazzola-Chiellini-Bonucci-Di Lorenzo, impresa non semplice ma fattibile contro una Macedonia orfana della sua leggenda Pandev e del gioiellino napoletano ma squalificato Elmas. Il centrocampo verrà riconfermato in blocco, con Barella-Verratti-Jorginho che dovranno coniugare quantità e qualità. Quest’ultima necessaria per servire al meglio il tridente offensivo, che a poche ore dal fischio iniziale prevede Insigne-Immobile-Berardi. «Siamo una squadra forte», ha assicurato capitan Chiellini, «godiamoci l’entusiasmo della gente di Palermo».
Quantità o qualità – «Io penso che per segnare bisogna tirare in porta», osservava Boskov. Vero, ma se gli expected goals (ovvero i gol attesi, cioè la probabilità che un tiro finisca in rete) ci hanno insegnato qualcosa è che non è tanto importante quante volte concludi in porta, ma come. Nelle ultime due partite valide per la qualificazione al Mondiale, l’Italia di Mancini ha totalizzato 23 conclusioni in porta (11 contro la Svizzera e 12 contro l’Irlanda del Nord) segnando un solo gol (del difensore Di Lorenzo). Per questo motivo, uno dei dilemmi amletici che hanno accompagnato questi giorni di avvicinamento alla partita contro la Macedonia del Nord è stato proprio la scelta della prima punta: Ciro Immobile, scarpa d’oro 2019-2020 ma che all’ultimo Europeo ha segnato solo due volte, o Gianluca Scamacca, talento del Sassuolo che nelle ultime 5 presenze in campionato ha realizzato 4 reti. La scelta che appare più certa è quella della coppia che occuperà le fasce offensive: Insigne è leader del suo Napoli in lizza per lo scudetto e Berardi che lo scorso venerdì con una doppietta ha superato quota 100 gol in carriera.
Porto o Konya – Chi uscirà vincitore al termine della partita di questa sera andrà a giocarsi l’accesso ai Mondiali di Qatar a Porto o Konya il 29 marzo. Come sottolineava “l’astuto zingaro di Vojvodina”: «Partita finisce quando arbitro fischia» e quando lo farà stasera sapremo chi sarà l’altra finalista tra Portogallo e Turchia. I primi, allenati da Fernando Santos, sono i favoriti: il cinque volte Pallone d’Oro Cristiano Ronaldo scenderà in campo al ‘Do Dragao’ di Porto affiancato dal primo minuto dall’esperto Bernando Silva e da Diogo Jota. Classe ’96, Jota sta imparando i trucchi del mestiere dal trio Mané-Salah-Firmino nel Liverpool di Jurgen Klopp e può rivelarsi decisivo con la sua rapidità. Tuttavia, nonostante il deludente percorso a Euro 2020 terminato ai gironi, la Turchia è pronta a giocarsi le sue carte: il commissario tecnico tedesco, Stefan Kurtz, farà affidamento sulla geometria a centrocampo dell’interista Calhanoglu, la corsa della fascia ex Roma Under e l’esperienza di un bomber di razza come Yilmaz.