Antivigilia di Coppa d’Africa, il torneo che non piace alle squadre europee – perché “costrette” a liberare i propri giocatori per un mese – ma che da sempre regala storie d’altri tempi e personaggi affascinanti. Sabato 14 gennaio inizierà in Gabon la 31esima edizione: 16 squadre divise in quattro gironi che si sfideranno per succedere nell’albo d’oro alla Costa d’Avorio, vincitrice nel 2015 ma non più favorita perché i vari Didier Drogba e Yaya Tourè hanno ormai fatto il loro tempo. L’Egitto è la nazione con più successi nella storia (sette, ma è a secco dal 2010), le più quotate per il trionfo sembrano il Gabon, padrone di casa guidato da Pierre-Emerick Aubameyang (Borussia Dortmund), e l’Algeria di Riyad Mahrez, stella del Leicester campione dell’ultima Premier League. Finale il 5 febbraio, diretta tv in Italia su Fox Sports.
GLI STADI “CINESI” – Oriente sempre più padrone del calcio internazionale? Sì, e non solo sul mercato. Mentre le sirene cinesi incantano giocatori (Oscar, Tevez, forse anche l’attaccante della Fiorentina Nikola Kalinic) e società (Inter e Milan, con il closing che potrebbe essere anticipato a metà febbraio, secondo La Stampa), le aziende del Paese di Xi Jinping costruiscono persino stadi di calcio in Gabon. Tre dei quattro impianti che ospiteranno la Coppa d’Africa sono di firma rossa: dello Shanghai Construction Group lo Stade de l’Amitié della capitale Libreville (2011, 40 mila posti, 60 milioni di sterline, qui si giocherà anche la finale) e lo Stade d’Oyem di Oyem (inaugurato cinque giorni fa, 20 mila posti, 15 milioni di euro) e della China State Construction Engineering Corporation lo Stade de Port-Gentil di Port-Gentil (inaugurato tre giorni fa, 20 mila posti, 60 milioni di euro). Tali partnership edilizie sono solo gli ultimi esempi del massiccio intervento economico – non solo nello sport – che la Cina sta attuando in Africa: costruzione di servizi e infrastrutture a carico del governo di Pechino in cambio del possesso delle materie prime estratte sul territorio. Soprattutto petrolio.
LE CONTESTAZIONI – Ma negli stadi “cinesi” il clima si preannuncia infuocato. Ali Bongo, presidente del Gabon, è stato rieletto lo scorso 27 agosto con soli cinquemila voti di vantaggio sullo sfidante Jean Ping. La Corte costituzionale ha convalidato il risultato, ma il Paese è insorto denunciando brogli e le proteste sono state sedate dal duro intervento della polizia. Si parla di 100 morti, ma l’opposizione ne conta molti di più. «I biglietti sono stati per lo più regalati e quindi pilotati, ma il regime fatica a controllare i nuovi impianti costruiti con i soldi dei cinesi», ha scritto questa mattina La Stampa. Non sarà una Coppa d’Africa semplice e in effetti l’edizione 2017 era nata sotto una cattiva stella già con lo spostamento dal Sudafrica alla Libia datato 2011. A causa della prima guerra civile che portò alla morte di Mu’ammar Gheddafi, il torneo del 2013 fu disputato a Città del Capo e dintorni, mentre Tripoli lo avrebbe dovuto organizzare quest’anno. Ma il riprendere dei conflitti ha portato la Libia a rinunciarvi del tutto nel 2014. Ecco quindi un nuovo bando e la seconda volta del Gabon in cinque anni.