Con l’ennesima puntata di Scommessopoli, tornano le solite domande: responsabilità diretta o oggettiva? Ammenda, penalizzazione o retrocessione? Nel mondo del calcio, dopo ogni scandalo, si alza un polverone in cui è spesso difficile comprendere ipotesi di illeciti ed eventuali sanzioni. Non sul piano della giustizia ordinaria, ma di quella sportiva che, sembra paradossale ma non lo è, ha un peso nettamente maggiore. E non tanto per i singoli personaggi coinvolti, quanto per le squadre. Cerchiamo quindi di fare chiarezza su quello che, qualora in sede sportiva ne fosse accertata la responsabilità, potrebbero passare Siena, Lazio, Chievo, Inter, Milan o Juventus. I nomi di club più “illustri” emersi dagli ultimi sviluppi dell’inchiesta Last Bet della procura di Cremona, oltre a quelli dei giocatori Gennaro Gattuso e Cristian Brocchi.
Il nuovo scandalo del calcioscommesse, delle partite truccate, non avrà un impatto simile a quello di Calcipoli dal punto di vista mediatico, ma il numero delle partite “aggiustate” negli ultimi tre anni secondo la procura di Cremona tra A, B e Lega Pro supererebbe il centinaio. Leggendo l’ordinanza del gip Salvini di Cremona, la posizione più delicata pare essere quella del Siena. Il club toscano, che attualmente milita in serie B, è già finito due anni fa sotto processo per illecito sportivo. E condannato con sei punti di penalizzazione da scontare nel campionato di Serie A 2012-2013 e 100mila euro di ammenda. Se venisse dimostrato il coinvolgimento del presidente senese, Massimo Mezzaroma, il Siena rischierebbe grosso: si tratterebbe di responsabilità diretta, cioè la più grave, e la sanzione sarebbe la retrocessione in Lega Pro. Per Milan e Lazio, se venissero confermate le accuse a Gattuso e Brocchi, potrebbe profilarsi invece la responsabilità oggettiva, che comporta dei punti di penalizzazione comminati in base alla natura e alla gravità dei fatti connessi. Per le altre squadre occorre invece aspettare eventuali notizie di illecito provenienti dall’indagine di Cremona.
Mentre il mondo del calcio italiano è colpito dall’ennesimo scandalo il Coni, il massimo organismo sportivo italiano, ha ormai completato una profonda riforma della giustizia sportiva che entrerà in vigore da inizio 2014. Una riforma voluta fortemente dal presidente Giovanni Malagò, eletto da pochi mesi. Le linee guida sono processi celeri, separazione delle competenze degli inquirenti, limitazione della responsabilità oggettiva dei club e abolizione del famigerato Tnas, il Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport ritenuto da molti una sorta di “scontificio” in materia di giustizia sportiva. Per capirsi, il Tnas nei recenti verdetti sul calcioscommesse ha depennato oltre 520 mesi di squalifiche. L’organo era visto, erroneamente, come una sorta di terzo grado inappellabile di giudizio e, di fatto, l’ennesimo grado che poteva entrare nel merito delle sentenze. Un’anomalia giuridica che troppo spesso avrebbe regalato un “liberi tutti” finale, nonostante le procedure delle singole federazioni sportive. Come ha spiegato Malagò: “A suo tempo si inventarono il Tnas per frenare i ricorsi al Tar, purtroppo questo esperimento non ha funzionato. Dove non funziona? Semplice: se c’è stato un percorso processuale nella federazione di riferimento e, praticamente, si ricomincia da capo al Tnas, vuol dire che c’è qualcosa che non va. E da qui sono nate le sentenze a ribasso”. Con l’ennesima puntata di Scommessopoli il nuovo sistema della giustizia sportiva italiana sarà messo immediatamente alla prova. Vedremo come risponderà.
Federico Thoman