La terza ondata della pandemia che tiene il pianeta sotto scacco da più di un anno sembra vicina: a causa della diffusione delle varianti del virus, l’indice epidemiologico non scende come previsto. Il bollettino del 17 febbraio indica 12.074 nuovi contagi e un tasso di positività al 4,1 per cento. Aumentano le zone rosse locali, mentre sei Regioni rischiano di passare in zona arancione. La Valle d’Aosta è l’unica regione candidata a entrare in zona bianca.
Valle d’Aosta in bianco – La Valle d’Aosta ha i numeri teorici per tingersi di bianco: meno di 50 nuovi contagi ogni 100mila abitanti per la terza settimana consecutiva e solo otto ricoveri, di cui due in terapia intensiva, rendono la regione la più virtuosa d’Italia. Con l’ingresso in zona bianca verrebbero meno tutte le restrizioni consentendo l’apertura di palestre, cinema, teatri. Potrebbe cadere anche il blocco dello sci amatoriale previsto fino al 5 marzo.
Il venerdì arancione – La lista della zona arancione – in cui si trovano già Abruzzo, Basilicata, Liguria, Molise, Umbria e la provincia di Trento – potrebbe allungarsi a 11 Regioni (oltre a Trento): a rischio ci sono Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Piemonte che, dopo il monitoraggio del Cts previsto per venerdì 19 febbraio, potrebbero avere un Rt superiore a 1. Di diverso avviso il governatore del Piemonte Alberto Cirio che rende noti i dati convinto che la sua regione resterà gialla: «La situazione è stabile e l’Rt, seppur in lieve crescita, rimane comunque sotto l’1. Il verdetto però spetta al Cts». Al cambio di colore in senso peggiorativo si affiancano misure più restrittive: nuova stretta per bar e ristoranti che dovranno limitarsi al servizio da asporto anche a pranzo.
Zone rosse locali e allargate – In tutta Italia fioccano le ordinanze di chiusura per città e paesi. Dalle 18 del 18 febbraio scattano le ordinanze che istituiscono la zona rossa locale nei quattro comuni lombardi di Bollate, Castrezzato, Mede e Viggiù. Si affiancano alle provincie di Perugia in Umbria, di Chieti e Pescara in Abruzzo, alla provincia autonoma di Bolzano e infine quella di Ancona nelle Marche. Aperti solo i negozi di generi alimentari insieme a farmacie, tabaccai, estetiste e parrucchieri. Per tutti gli spostamenti serve l’autocertificazione e le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse. Con l’obiettivo di contrastare la diffusione dei nuovi focolai si valuta l’ipotesi di una cosiddetta zona rossa “allargata”: tutti i comuni confinanti con luoghi a Rt superiore a 1 collocati a loro volta nel regime di contenimento più restrittivo.
Dpcm in scadenza – Venerdì 5 marzo scade il Dpcm varato dall’esecutivo Conte bis: il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi dovrà decidere se continuare con la linea del suo predecessore o se affidare le decisioni sulla pandemia a decreti che concedano ai ministri e alla Protezione civile il potere d’ordinanza.