Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori durante il suo intervento.
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«Siamo stati il simbolo della pandemia lo scorso anno, con le immagini dei camion militari. Per questo vogliamo essere un simbolo di rinascita oggi». È con queste parole che il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha inaugurato la prima Giornata nazionale dedicata alle vittime della pandemia il 18 marzo, lo stesso giorno in cui nel 2020 i camion dell’esercito sfilarono per le strade della città portando le bare delle vittime. Ed che proprio da Bergamo ha inviato un messaggio all’Italia: è ora di ripartire.

L’apertura della cerimonia – La cerimonia di commemorazione si è aperta alle 11 al parco Martin Lutero alla Trucca di Bergamo con un minuto di silenzio. Rotto solo dallo squillo di tromba di Paolo Fresu, un omaggio ai 103.855 morti della pandemia. Di questi, sono 6mila quelli stimati della Bergamasca, solo durante il primo lockdown. Un numero che, di fatto, ha reso Bergamo l’epicentro della prima ondata. A un anno da questi fatti e ancora in piena emergenza Covid-19, dopo il tributo a chi non c’è più si guarda al futuro. Dice Gori: «La tenacia e l’operosità della gente bergamasca, tradotte in mille gesti di solidarietà nei momenti più tragici della pandemia, la scorsa primavera, definiscono lo spirito con cui vogliamo ripartire». Aggiunge: «“Bergamo mola mìa”, “Bergamo non arrenderti”, è stato lo slogan che ci ha accompagnato nei momenti più duri. Bergamo non ha mai mollato, siamo qui a testimoniarlo». Alla cerimonia erano presenti il presidente della Lombardia Attilio Fontana, ma anche Claudio Cancelli e Camillo Bertocchi, i sindaci dei comuni di Nembro e Alzano Lombardo, tra i luoghi più colpiti.

Paolo Fresu dopo il minuto di silenzio.
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Il Bosco della memoria – Il simbolo della ripartenza è il Bosco della memoria, 100 tra piante e alberi, che presto diventeranno 850. Un memoriale “vivo”, finanziato in parte dal Comune e in parte attraverso crowdfunding. «Non si sanno tutti i nomi dei morti», ammette il primo cittadino di Bergamo. Per questo si è scelto il Bosco, che potrà ospitare laboratori di educazione ambientale per le scuole, le famiglie». Anche la sua posizione non è casuale: affaccia sull’ospedale Giovanni XXIII. È qui che a marzo 2020 le ambulanze facevano la fila per poter entrare in pronto soccorso, perché per i vivi, come per i morti, non c’era più posto. Dei 100 alberi del Bosco, uno è stato posato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, dopo il suo discorso. Si tratta di un tiglio, simbolo di lunga vita.

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Altri eventi a Bergamo – Dopo la cerimonia, la Giornata è proseguita, sempre nel rispetto delle misure anti assembramento. Nella chiesa dell’ospedale Giovanni XXIII è stata accesa la fiaccola benedettina, che ogni anno tocca un luogo in qualche modo significativo d’Europa. Alle 20.30, l’orchestra Ars Armonia si è esibita a porte chiuse, ma in diretta tv, per la prima edizione dell’evento “Memoriale per la rinascita”.