Un regalo del governo di 150 euro a chi fa tanti regali. Purché paghi con il bancomat. La seconda ondata della pandemia non è ancora finita, ma ci sono buone notizie per Natale, sia per chi compra che per chi vende. Si tratta del cosiddetto «extra cashback», un rimborso che dovrebbe, nelle speranze del governo, incoraggiare gli acquisti di dicembre eseguiti con moneta elettronica. Una delle tante misure di sostegno alle quali dovrebbe fornire risorse il previsto scostamento di bilancio da 20 miliardi di euro. Un insieme di indennizzi rivolti soprattutto al mondo delle partite Iva e del lavoro autonomo voluti da Forza Italia in cambio di un accordo con la maggioranza sulla legge di bilancio, accordo per il quale manca però ancora il via libera del Partito Democratico.

Rimborsi – Tra le misure salva consumi, l’idea di un bonus di Natale. L’extra casback, appunto: si tratta di un rimborso spese fino a 150 euro su almeno dieci acquisti per un tetto massimo di 1.500 euro. Insomma una restituzione del 10 per per cento purchè il pagamento sia fatto in digitale entro dicembre. Il rimborso arriverà via bonifico sul proprio conto corrente entro la fine dell’anno. Basterà scaricare «APP IO», l’applicazione che utilizza il sistema di pagamento on line PagoPA. Il meccanismo funzionerà solo per gli acquisti in negozi fisici e supermercati, fatture di artigiani e professionisti. Insomma, niente spese online. Questa misura è fatta per incentivare l’uiltizzo nei negozi, svantaggiati durante le feste dalle chiusure da Covid-19 rispetto alle piattaforme on line. Inoltre anticipa il «sistema cashback», previsto per il prossimo anno per diffondere i pagamenti digitali e facilitare il tracciamento fiscale, .

Accordo Pd-Fi – Dopo l’appello a collaborare di Sergio Mattarella, il leader di Forza Italia ha dichiarato di essere disposto ad un’intesa sul bilancio. In una lettera al Corriere della Sera Silvio Berlusconi ha però subordinato l’accordo alla tutela del settore privato, in particolare dei lavoratori autonomi danneggiati dalla pandemia ma con meno garanzie rispetto ai dipendenti. Perché Fi dica sì all’accordo, le richieste sono un «semestre bianco» fiscale di sospensione di tutti i pagamenti fino al 31 marzo 2021 e un indennizzo per i mesi di inattività o di grave riduzione dell’attività per due milioni di liberi professionisti. Aggiunge sui social il deputato azzurro Sestino Giacomoni, membro del coordinamento di presidenza del partito: «La nostra priorità è con la legge di bilancio di intervenire per tutelare anche i lavoratori autonomi, i professionisti, gli artigiani, i commercianti, gli agricoltori, i liberi professionisti e le partite iva, con un indennizzo pari ad una quota importante del reddito dichiarato l’anno precedente per i mesi di inattività forzata». Il primo a dichiararsi disposto ad accettare le richieste di Fi non è stato però un membro del Pd, ma il deputato di Liberi e Uguali Stefano Fassina, mentre il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ha parlato di un possibile dialogo con Fi, escludendo però Lega e Fratelli d’Italia. Sollevano alcuni dubbi i «congelamenti» fiscali: il numero due del Pd ha dichiarato alla Stampa di preferire «politiche selettive che aiutino chi è stato maggiormente colpito e chi ha intenzione di innovare e investire sul futuro».