Un nuovo attentato terroristico scuote l‘Afghanistan. Nella notte tra il 9 e il 10 maggio è esplosa una bomba al passaggio di un autobus, uccidendo almeno 11 persone e ferendone alcune decine. L’ordigno era sul ciglio della strada: tra i feriti, molti in condizioni critiche, ci sarebbero anche donne e bambini. L’attentato è avvenuto nella provincia meridionale di Zaboul, poche ore prima del cessate il fuoco di tre giorni dichiarato dai Talebani in occasione della festa che celebra la fine del Ramadan. Non c’è stata ancora alcuna rivendicazione, ma i sospetti sono tutti sui mujaheedin, in un’area che è stata per tutta la durata della guerra una loro roccaforte.

L’attacco alla scuola –  Solo due giorni fa, sabato 8 maggio, c’era stato un altro grave attentato nel Paese. All’uscita di una scuola superiore della capitale Kabul, sono esplosi degli ordigni nascosti in strada e un’autobomba. Il bilancio è stato pesantissimo: almeno 60 morti, con molti feriti ancora in pericolo di vita. La maggior parte delle vittime sono ragazze di etnia azera, invise ai fondamentalisti sia in quanto studentesse, sia in quanto sciite. Dure le reazioni internazionali: il dipartimento di Stato americano ha condannato «il barbaro attacco» e chiesto «l’immediata fine della violenza e degli assurdi attacchi contro civili innocenti», mentre la missione europea in Afghanistan ricorda come «colpire le studentesse significhi attaccare il futuro stesso dell’Afghanistan».  I Talebani, accusati dell’attacco dal governo afghano, hanno negato ogni responsabilità accusando il sedicente Stato islamico, che è escluso dai colloqui di pace con gli americani.

Il ritiro americano – I colloqui di pace, voluti dall’ex presidente Usa Donald Trump per porre fine a una guerra ormai ventennale, sono in realtà arenati. I Talebani non intendono cedere sulle loro richieste e gli Stati Uniti hanno una gran fretta di lasciare il Paese, dopo 3mila vittime americane e 2mila miliardi di dollari spesi. Il 14 aprile 2021, il presidente Joe Biden ha annunciato il ritiro delle truppe USA e NATO (tra cui 800 militari italiani) dall’Afghanistan entro l’11 settembre 2021, simbolicamente 20 anni dopo l’attentato alle Torri Gemelle che fornì la motivazione per l’attacco iniziale delle forze occidentali. Dopo l’annuncio, la violenza è esplosa, con i mujaheedin che stanno mettendo in difficoltà il debole governo afghano. Con il ritiro delle forze multinazionali, il ritorno dei fondamentalisti al potere potrebbe essere solo questione di tempo. Del resto i Talebani l’hanno sempre saputo. Nessuno Stato straniero, per quanto potente, può rimanere in Afghanistan per sempre. Come recita un loro proverbio: «Loro hanno gli orologi, ma noi abbiamo il tempo». Che purtroppo sta dando loro ragione.