Lavori in corso a Strasburgo, dove dall’11 al 14 dicembre si tiene la sessione plenaria del Parlamento europeo. Brexit, Panama Papers e piano di investimenti Juncker i temi più caldi, ma c’è spazio anche per l’assegnazione del premio Sakharov (qui l’articolo di Marta Facchini), la più alta onorificenza europea per i diritti umani. Quest’anno è stato conferito all’opposizione democratica del Venezuela, rappresentata in aula da Antonio Ledezma, ex prigioniero politico, e da Julio Borges, presidente dell’Assemblea venezuelana.
«Un premio per tutti i venezuelani». Istituito nel 1988 e dedicato al dissidente politico sovietico Andrei Sakharov, è un premio assegnato ogni anno dal Parlamento europeo per onorare le persone e le organizzazioni che più si impegnano nella difesa dei diritti umani. «Con questo premio inviamo un messaggio al mondo, ma non è sufficiente. Gli oppositori venezuelani sono ancora in condizioni di pericolo», ha dichiarato il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani durante la cerimonia di premiazione. «L’Assemblea venezuelana è un simbolo di democrazia. Noi difendiamo le istituzioni e la separazione dei poteri».
Video: i rappresentanti dell'opposizione democratica venezuelana ricevono il Premio #Sacharov per la libertà di pensiero. pic.twitter.com/fQTn2brS5H
— Parlamento europeo (@Europarl_IT) December 13, 2017
Brexit, avanti con il patto May-Juncker. Il Parlamento europeo si è espresso a favore del passaggio alla fase 2 dei negoziati con il Regno Unito. La palla passa ora al Consiglio europeo, che si apre il 14 dicembre (qui l’articolo di Nicola Baroni). L’obiettivo delle istituzioni europee è quello di spingere il paese anglosassone a ratificare su piano legislativo gli accordi presi durante la fase 1. I punti chiave, indispensabili per il prosieguo delle trattative, sono i diritti dei cittadini comunitari, il confine permeabile tra Irlanda del Nord e Irlanda del Sud e il costo (stimato tra i 40 e 60 miliardi di euro) che il Regno Unito dovrà sostenere per l’uscita dall’Unione.
Il Parlamento si spacca sul kebab. Ha avuto un esito inaspettato la votazione sulla proposta, avanzata dalla Commissione europea, di permettere l’aggiunta dei fosfati nel kebab (qui l’articolo di Valerio Berra). Nonostante la maggioranza dei parlamentari (socialisti, verdi, liberali e sinistra unita) fosse contraria, non è stato raggiunto il quorum sufficiente per respingerla. Sui 376 voti richiesti, ne sono mancati 3. E ora i produttori europei di kebab potranno ufficialmente aggiungere questi additivi alimentari alle proprie carni.
Rafforzato il piano Juncker. Prorogato fino al 2020 il Fondo europeo per gli investimenti strategici, il pacchetto di finanziamenti voluto dal presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker per sollecitare la ripresa economica. Sul piatto ci sono 500 miliardi di euro, da destinare a quei progetti innovativi, considerati ad alto rischio, che altrimenti non troverebbero investitori. All’Italia sono stati assegnati 6,4 miliardi di euro, ma si prevedono investimenti aggiuntivi per 36,7 miliardi.
Gli altri temi in agenda. Durante la seduta del 13 dicembre, gli europarlamentari che fanno parte della commissione d’inchiesta sui reati di evasione fiscale commessi all’interno dell’Unione hanno presentato una relazione sullo scandalo dei Panama Papers, i file che hanno scoperchiato il sistema di paradisi offshore nello stato di Panama. È ancora lontana, però, la possibilità che l’Unione Europea si doti di una legislazione comune in materia di paradisi fiscali. L’intento dei parlamentari è quello di sollecitare la Commissione e i ministri Ue a percorrere questa strada. Più facile, invece, l’iter di voto per la liberalizzazione europea dell’informazione online: è stato dato il via libera all’inizio dei negoziati con i governi Ue per l’adozione di nuove norme che dovrebbero offrire ai consumatori una scelta più ampia di notiziari online. Ancora esclusi i prodotti audiovisivi, per i quali rimarranno ancora in vigore le restrizioni geografiche.