Mitt Romney

di Silvia Morosi Francesco Loiacono

Ci ha provato fino alla fine. Mitt Romney, 65enne candidato repubblicano alla Casa Bianca, anche nel giorno delle votazioni ha continuato la sua campagna elettorale per cercare di strappare allo sfidante Barack Obama gli ultimi voti. Lo ha fatto con un tour de force finale nel tentativo di prendere il sopravvento sul Presidente uscente. Dall’Ohio alla Pennsylvania, fino al New Hampshire, da dove partì, lo scorso giugno, quella che all’inizio sembrava una missione quasi impossibile: strappare l’America al primo Presidente nero della sua storia. E risvegliarla da quello che secondo lui era ormai un sogno infranto.

«Sono i vostri voti ed il vostro lavoro qui nel New Hampshire che mi aiuteranno a diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti», ha “ruggito” dal palco dell’ultimo comizio Romney rivolto ai suoi sostenitori. Il candidato repubblicano ha accusato Obama di essersi limitato a parlare di cambiamento, ma di non averlo realizzato. E di aver trascinato gli Stati Uniti in quella che, agli occhi degli analisti, è la crisi economica più grave della loro storia dal ’29. «Se vince Obama, l’America si ritroverà sulla stessa strada di Grecia, Italia e Spagna», disse Romney il 1° novembre in Virginia.

Mormone, nato a Detroit e padre di 5 figli, Romney perse la nomination repubblicana contro McCain nel 2008, ma questa volta sente più vicina la vittoria. Nonostante le gaffe che hanno caratterizzato la campagna e la freddezza che gli è riconosciuta da molti, il candidato repubblicano ha saputo tener testa ad Obama nei confronti televisivi. Ha conquistato una parte importante dell’elettorato – soprattutto anziani, bianchi e conservatori -, grazie anche al sostegno della moglie Ann che ha «reso il robot più umano», come evidenziato dagli osservatori delle presidenziali.

«L’America tornerà a ruggire», è stato il suo ultimo proclama ai suoi elettori, ai quali ha assicurato: «è l’ora della svolta, vi porterò fuori dalla crisi».