Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Foto Nato

«Non abbiamo piani per schierare truppe di combattimento della Nato in Ucraina». È arrivato ieri, 30 gennaio 2021, il secco no del segretario generale Jens Stoltenberg al coinvolgimento militare dell’alleanza nelle tensioni al confine con la Russia. Lo ha detto in un’intervista alla Bbc, in cui ha ribadito come l’Ucraina non sia un membro della Nato. Resta un «partner stretto e di valore» cui, però, non si applica l’articolo 5 del trattato del Nord-Atlantico (un “attacco armato” contro uno o più alleati si considera come un attacco contro ogni componente della Nato) in caso di invasione russa. Nel frattempo, oggi, le forze di sicurezza ucraine hanno arrestato un gruppo di persone che stavano preparando una sommossa a Kiev (ma anche in altre città ucraine), con manifestazioni in piazza durante le quali sarebbero dovuti scoppiare disordini per destabilizzare la situazione. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno Denys Monastyrsky, assicurando che le autorità stanno lavorando per stabilire eventuali legami con i servizi segreti russi.

Niente truppe, solo sostegno – Mentre il Pentagono continua a riscontrare l’aumento progressivo delle truppe russe al confine con l’Ucraina, la decisione di Stoltenberg è chiara. Di comune accordo con il primo ministro del Regno Unito Boris Johnson e con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, si vuole mantenere un approccio equilibrato. Una posizione che scontenta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che, invece, ha fatto esplicita richiesta alla Nato di promettere conseguenze severe in caso di attacco russo. «Ci stiamo concentrando sul fornire supporto all’Ucraina per aiutarli a sostenere il loro diritto all’autodifesa, e stiamo anche avvisando la Russia che imporremo sanzioni severe se userà la forza contro l’Ucraina – ha proseguito Stoltenberg – Abbiamo anche aumentato la nostra presenza nella parte orientale del territorio della Nato e siamo pronti a fare ancora di più se necessario. Ma naturalmente la cosa più importante è cercare di evitare un’azione militare della Russia contro l’Ucraina. Dobbiamo lavorare al meglio per evitare il peggio». L’obiettivo è raggiungere una soluzione politica, lasciando operare la diplomazia e non le truppe.

Accordo sulle sanzioni – Sulle sanzioni arriva la rassicurazione dagli Stati Uniti del presidente della commissione affari esteri, il democratico Bob Menendez: «Un’intesa è vicina. Stiamo lavorando in buona fede e in modo bipartisan per difendere l’Ucraina e inviare un messaggio a Putin». Resta ancora da concordare la tempistica del provvedimento. I democratici vorrebbero farle scattare in modo preventivo, cioè prima di un eventuale attacco di Putin, mentre i repubblicani solo in seguito all’invasione. C’è l’accordo invece sui contenuti: misure contro il debito russo e contro le banche, che si troveranno fuori dal circuito bancario internazionale.

Le richieste russe – Sergej Lavrov, capo della diplomazia russa, ha ribadito ieri la volontà di Mosca di mantenere relazioni “rispettose” con Washington, a patto di ottenere rassicurazioni riguardo alla sicurezza russa. Garanzie consegnate dagli Stati Uniti e dalla Nato lo scorso 26 gennaio, ma che potrebbero non aver soddisfatto Putin. Per arrestare le tensioni, le richieste restano le stesse: niente esercitazioni Nato lungo i confini russi; niente truppe americane nei Paesi Baltici; no all’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica. «Ogni volta si scopre che la linea che i Paesi Nato devono difendere si sposta più a est. Ora si è già avvicinata all’Ucraina», ha ribadito Lavrov, annunciando anche che nei prossimi giorni Mosca invierà una richiesta ufficiale all’alleanza e all’Ocse esortandole a specificare le modalità con cui intendono attuare il loro impegno in Ucraina.

La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ospite di Che Tempo che Fa su Rai 3, 30 gennaio 2022. Ansa/ Fermo Immagine Rai 3

Le mosse internazionali – Sulla crisi ucraina è intervenuta ieri anche l’Ue. Lo ha fatto a Che Tempo che Fa su Rai 3, attraverso le parole della nuova presidente del Parlamento Europeo, la maltese Roberta Metsola: «L’integrità territoriale dell’Ucraina non è negoziabile per noi. L’Ue deve essere unita a tutti i livelli. Quando parliamo e quando decidiamo su cosa facciamo, altrimenti qualcun altro decide per noi. Terza cosa, dobbiamo essere forti e fermi’. Dopo Washington e Londra, anche Ottawa ha deciso di ritirare temporaneamente il personale non essenziale dalla sua ambasciata a Kiev. Assieme ai diplomatici canadesi, il ministro della Difesa Anita Anand ha annunciato anche lo spostamento nell’ovest dell’Ucraina dei suoi soldati in seguito alle crescenti preoccupazioni per un’invasione della Russia. Timori giustificati anche dall’aumento delle esercitazioni della flotta russa a livello globale. Ieri un gruppo di navi della Flotta del Nord ha condotto una manovra nel Mar di Norvegia, prendendo come bersaglio un presunto sottomarino nemico, individuato con un sistema sonar e dagli aerei. Il sottomarino è stato poi inseguito dal lanciamissili Maresciallo Ustinov e dalla fregata Ammiraglio Kasatonov con l’aiuto di un elicottero.