Alla vigilia della prima votazione tra gli iscritti del partito repubblicano per decidere chi correrà per la Casa Bianca nelle elezioni del prossimo 5 novembre la sfida tra i candidati del Great Old Party si fa sempre più accesa. Nonostante i sondaggi diano un largo vantaggio all’ex presidente Donald Trump, si sono affrontati in diretta sulla CNN senza esclusione di colpi, i suoi due principali avversari, l’ex governatrice del Sud Carolina Nikki Haley e il governatore della Florida Ron DeSantis. Ucraina, Israele, economia ed immigrazione sono stati i principali argomenti del faccia a faccia. Mentre i due si sfidavano a colpi di argomentazioni e proposte per il futuro del Paese, Trump ha preferito, come già fatto nei dibattiti precedenti, non partecipare facendosi intervistare su Fox News, emittente televisiva da sempre vicina alle sue posizioni, e scegliendo come bersaglio il presidente democratico in carica Joe Biden.

Botta e risposta – In diretta da Des Moines, capitale dell’Iowa, primo stato al voto il prossimo 15 gennaio, per la prima volta DeSantis e Haley hanno attaccato pesantemente l’ex presidente. Il primo ha accusato il tycoon di correre per la presidenza solo per risolvere i suoi guai giudiziari, mentre l’ex governatrice del Sud Carolina ha dichiarato senza mezzi termini che «con Trump avremo altri quattro anni di caos». «Trump ha perso – ha aggiunto -. Penso che quello che è successo il 6 gennaio sia stato un giorno terribile e credo che il presidente Trump dovrà risponderne». DeSantis, al contrario. è stato più cauto eludendo la domanda. Haley cerca di accreditarsi come il volto moderato del GOP (Grand Old Party) mentre DeSantis continua a puntare sul voto conservatore e accusa la sua rivale di «essere più liberal del  governatore democratico della California Gavin Newsom, alla Casa Bianca non abbiamo bisogno di una contabile, ma di un leader» Sulla politica estera, poi, lo scontro tra i due diventa contrapposizione totale di vedute: per DeSantis gli Stati Uniti dovrebbero disimpegnarsi dall’Ucraina (“«Stiamo finanziando gli stipendi di burocrati fraudolenti») per concentrarsi invecec sulla sfida con la Cina. Per Haley Pechino rimane la potenza con cui bisognerà confrontarsi, ma abbandonare l’Ucraina sarebbe un segno di debolezza e un regalo a Putin. Posizioni queste opposte a quanto ha sempre sostenuto l’ex presidente. Treump continua a ribadire dopo una sua rielezione «la guerra finirebbe in 24 ore». Dai microfoni di Fox News il tycoon ha preferito snobbare i due rivali impiegati in contemporanea nel faccia a faccia attaccando Joe Biden: «Lui è il caos. L’economia è in una situazione terribile, ma la borsa sta salendo perché sono in testa a Biden in tutti i sondaggi. Penso che i mercati crolleranno se non vinco le elezioni». Solo su un tema i tre candidati sono concordi: l’immigrazione. Ricette diverse ma per tutti il numero d’immigrati illegali nel Paese rappresenta un problema da risolvere.

Iowa il primo passo- Storicamente l’Iowa è il primo stato nel quale gli iscritti ai due principali partiti americani scelgono chi debba rappresentarli nella corsa verso la Casa bianca. Nel piccolo stato del Mid-west le elezioni si tengono con il vecchio modello dei caucus e non delle primarie come nella maggior parte degli Stati. La differenza consiste nel fatto che i partiti, invece di allestire seggi per il voto, organizzano piccoli comizi con gli esponenti locali del partito che si schierano per un candidato. Solo una volta terminate le arringhe si passa alle votazioni. Il voto dell’Iowa è importante perché chiarirà i rapporti di forza all’interno del partito, anche se lo stato attribuisce solo 40 delegati, ovvero 1,6% del totale. Dopo l’Iowa sarà la volta del New Hampshire il 23 gennaio. Ma la data che con ogni probabilità risuleterà decisiva è il 5 marzo, il cosiddetto Super Tuesday (super martedì) quando 20 Stati voteranno per scegliere il candidato del partito. Dal 1988 chi ottiene la maggioranza dei delegati in questo evento elettorale ottiene la nomination per la Casa Bianca.

Le prospettive – Secondo una media dei sondaggi Donald Trump sarebbe in vantaggio in Iowa con il 51,3% dei consensi davanti a DeSantis con il 17,2% e Haley con il 15,8%. Ma queste rilevazioni non tengono conto del ritiro dalla corsa, avvenuto alla vigilia del dibattito, da parte di Chris Christie, ex governatore del New Jersey che aveva poco meno del 4%. Christie è uno strenuo oppositore di Donald Trump, di cui ha sempre contestato le idee e i metodi sia durante la campagna contro Hilary Clinton che durante la presidenza. In termini di voti l’uscita di Christie non sposta gli equilibri nel partito ma potrebbe giocare un ruolo cruciale su chi sarà  il rivale di Trump. L’elettorato dell’ex governatore del New Jersey è molto simile a quello di Haley. Inoltre in New Hampshire, prossimo stato al voto, Christie, secondo i sondaggi, avrebbe l’11%. Questo, unito al fatto che nello Stato possono votare alle primarie anche gli elettori indipendenti non iscritti al GOP, potrebbe causare la prima sconfitta di Trump. Chi invece ha perso senza partecipare è Vivek Ramaswamy: il miliardario ultraconservatore è stato escluso dal dibattito sulla CNN per non aver ottenuto almeno il 10% in un sondaggio. Nonostante ciò, e con una campagna che stenta a decollare, Ramaswamy ha dichiarato di voler continuare la corsa.