«Oggi (21 aprile 2021 ndr) abbiamo compiuto un passo avanti contro il razzismo sistemico, che è una minaccia all’anima del nostro Paese». Secondo Joe Biden la condanna dell’ex-agente Derek Chauvin per l’omicidio di George Floyd è un punto di svolta nella storia razziale degli Stati Uniti. Ma le proteste non si placano: altre due persone di etnia afroamericana sono state uccise da poliziotti nelle stesse ore in cui i giurati confermavano tutti i capi d’accusa a carico di Chauvin. Questi episodi si sommano a quello di Daunte Wright e Payton Ham accaduti tra l’11 e il 13 aprile 2021.

EPA/MICHAEL REYNOLDS

Andrew – Andrew Brown Jr., 42 anni, viveva a Elisabeth City in North Carolina. Secondo Wavy-Tv, una televisione locale, avrebbe provato a scappare in auto mentre alcuni poliziotti perquisivano la sua casa. A quel punto gli agenti hanno aperto il fuoco e l’hanno colpito attraverso il lunotto. La vittima aveva dei precedenti, accuse per droga e una condanna per possesso di stupefacenti. Decine di persone si sono radunate davanti alla sua casa subito dopo, per chiedere giustizia e trasparenza: vogliono che il filmato della body-cam dell’agente venga diffuso. Lo sceriffo Tommy Wooten II ha riferito che a sparare è stato il suo vice, ma tace sul numero di colpi. A Elisabeth City il Consiglio Comunale è stato convocato d’urgenza. Il tentativo è quello di mantenere la calma: i negozianti hanno sbarrato le vetrine per paura di incidenti.

Ma’Khia – Ma’Khia Bryant aveva solo 16 anni e si trovava a Columbus, in Ohio. Anche lei è morta dopo che un agente le ha sparato, in pieno giorno. Accanto al suo corpo c’era un coltello da cucina. «È stato un incidente, l’agente è intervenuto per difendere una donna», ha dichiarato il capo della polizia di Columbus, Michael Woods. Il video girato dalla body-cam di uno degli agenti sembra confermare la tesi per cui Ma’Khia stava aggredendo un’altra donna nel momento in cui è stata uccisa. Mancavano poche ore al verdetto della giuria per il caso Floyd. Le proteste non si sono fermate da allora.

«Razzismo sistemico» – Dalla morte di George Floyd del 25 Maggio 2020, sono 181 le vittime afroamericane uccise da poliziotti statunitensi. Questi sono dati diffusi dal settimanale Newsweek, che riprende una ricerca condotta dal gruppo “Mapping Police Violence“. Le vittime totali sarebbero 996 nel 2020, ne segue che le persone di colore sono il 18,7%. Una sovrarappresentanza dell’etnia tra le vittime, dato che gli afroamericani sono solo il 13% della popolazione statunitense. Secondo Newsweek i dati raccolti tra il 2013 e il 2019 confermano che le persone di colore hanno tre volte le possibilità di morire per mano della polizia rispetto ai bianchi, nonostante sia più probabile che siano disarmati.