Il più grande scandalo di corruzione nella storia dell’Unione europea ha trascinato nel fango l’intero Parlamento, ma in modo particolare il gruppo dei Socialisti e Democratici. Appartengono infatti alla sinistra socialdemocratica gli esponenti coinvolti nel traffico di influenze tra Qatar e Bruxelles, e molti di loro sono italiani. Oltre alla vicepresidente greca Eva Kaili, sono stati arrestati il suo compagno e assistente parlamentare Francesco Giorgi, l’ex eurodeputato Antonio Panzeri e Niccolò Figa-Talamanca, segretario dell’Ong No peace without justice. A poche settimane dalla vicenda di Aboubakar Soumahoro, la sinistra italiana si trova così alle prese con un nuovo scandalo che potrebbe complicare la sua risalita nei consensi dopo la sconfitta alle ultime elezioni politiche.

Le reazioni nel Pd – Tra i primi a rompere il silenzio è stato Andrea Orlando, già ministro del Lavoro e membro dell’ala sinistra del Partito Democratico: «Se fosse vera anche la metà dell’affaire Qatar-Europarlamento, saremmo già allo schifo assoluto. Scambiare i diritti fondamentali dei lavoratori con soldi e regali dei signori feudali del Qatar è tradimento totale dei valori democratici». La posizione è stata poi ribadita da altri esponenti del Pd, a partire dai due candidati in corsa per la segreteria. Nel suo intervento a In Onda di domenica scorsa, il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha affermato: «Dobbiamo essere garantisti, ma se confermato sarebbe uno scandalo clamoroso». Nelle stesse ore Elly Schlein dichiarava con ancor più decisione alle telecamere di Che tempo che fa: «È una vicenda gravissima. Le autorità devono fare piena luce affinché i responsabili paghino, ma anche le istituzioni devono fare la propria parte, approvando norme più stringenti per interrompere le porte girevoli tra politica e lobbies».

Le critiche dell’Europa – Ferme parole di condanna sono arrivate anche dagli esponenti socialisti delle istituzioni europee. Tra loro, il commissario all’Economia Paolo Gentiloni è stato ospite di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più: «La vicenda è vergognosa e intollerabile. Se quello che emerge fosse confermato, sarebbe una delle più drammatiche storie di corruzione degli ultimi anni e il danno reputazionale per il Parlamento europeo sarà molto serio». A difendere la posizione dell’Europarlamento è intervenuta nella stessa trasmissione anche Pina Picierno, vicepresidente dell’istituzione: «La posizione del Parlamento è di totale collaborazione con gli inquirenti. Si tratta di un caso che definire ripugnante è poco: corrotti e corruttori sono nemici della democrazia».

Problemi in casa Articolo Uno – L’imbarazzo è forte non solo nel Pd, ma anche in Articolo Uno: del partito che fa capo a Roberto Speranza facevano parte sia l’ex eurodeputato Antonio Panzeri (per cui è stato convalidato l’arresto) sia l’italo-belga Marc Tarabella (di cui è stata perquisita l’abitazione). Mentre Panzeri veniva sospeso dagli iscritti di Articolo Uno, il coordinatore nazionale Arturo Scotto dichiarava a La Stampa: «Il Qatar è un Paese dove i diritti umani non sono rispettati. Prima ancora che sul piano giudiziario il punto è politico. Noi siamo con i lavoratori, non con gli emiri miliardari». La ferita però resta aperta.