Un treno senza conducente. La riforma costituzionale è rimasta senza un relatore, dopo che Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, ha presentato le proprie dimissioni all’Aula della Camera. Sisto, che è anche presidente della commissione Affari costituzionali, aveva lavorato al testo del provvedimento con Emanuele Fiano del Pd: “Mi dimetto con il dolore profondo del giurista cui viene data l’occasione di riscrivere la Costituzione, ma con la coerenza di una appartenenza a un partito senza opportunismi”, ha detto a Montecitorio.
Una scelta di responsabilità: “Fi ha partecipato ad un’intesa innaturale con il Pd per una cooperazione sulle riforme che non rinnegasse il passato, con cancellasse il presente e non precludesse il futuro – ha spiegato il parlamentare – un patto che è una transizione temporanea e che oggi non è più viva in quanto l’accordo è stato sciolto e Fi si ritiene libera di non essere scontenta”. E Forza Italia si schiera a favore del suo gesto: “Quanto accaduto in questi giorni, dopo la scelta unilaterale di Renzi sull’indicazione del nuovo Capo dello Stato, non poteva restare senza conseguenze”, ha commentato il senatore Altero Matteoli.
Ma le dimissioni non fermano il treno delle riforme. L’esame del ddl Boschi alla Camera proseguirà con il solo relatore del Pd. Per lo scontento del Movimento 5 Stelle e di Lega Nord, che chiedono la sospensione dell’Aula e un rinvio del testo in commissione. “Le dimissioni dell’onorevole Sisto, in attesa della nuova posizione del suo gruppo, è un atto apprezzabile che gli fa onore e ne esalta il sincero spirito di uomo di parte”, ha commentato il deputato Pd Dario Ginefra, che auspica “le sue dimissioni anche dalla Presidenza della Commissione, così da assicurare una guida obiettiva della stessa che per sua stessa ammissione non è in grado di esercitare”.
Chiara Piotto