Lo sguardo è fisso sullo schermo, la mano preme compulsivamente il tasto di gioco. «Devono uscire sei simboli uguali, per vincere funziona così». Mario (nome di fantasia) conosce bene il mondo delle slot. In mano, cinque pezzi da 50 euro. «Quelle macchine pagano più spesso, le altre ti rubano soldi». Chiede la benedizione della dea bendata. Non vince, si arrabbia, ci riprova. Altro giro, ma prima sosta al bancone per cambiare le banconote. Non ci sono strategie, lui lo sa bene. Quando però esce il tris, esulta: «Sono stato bravo».
A Sanremo c’è il festival: musica, spettacolo, strade stracolme. Ma per alcuni la kermesse è solo uno dei tanti carrozzoni nazionalpopolari, l’intrattenimento è un altro: il Casinò. Entrano i curiosi, qualcuno gioca per la prima volta, altri sono affascinati. Altri ancora habitué. Fuori sono le 23.00, è buio. Eppure le luci accecanti delle slot illuminano la sala a giorno. Lì dentro, due minuti sono due ore: le lancette rallentano fino a fermarsi. Sembra la mitica terra dei Lotofagi, quella dell’Odissea. Non si mangiano frutti e non va via la memoria. In sala si perde il denaro, ma prima ancora la cognizione del tempo. E non c’è nessun Ulisse a dare la sveglia.
Gioca Mario, come lui tanti altri: una coppia di sposi, un gruppo di ragazzi appena maggiorenni, un anziano con il bastone da passeggio. Tante donne, ma soprattutto uomini. C’è chi tra una sessione e l’altra chiacchiera, scrive un messaggio al telefono o beve un caffè al piano del bar. Chi, invece, non toglie mai lo sguardo dallo schermo, nella trappola di luci e colori. Un signore di mezza età si alza, sistema la giacca e torna seduto sullo sgabello per finire la partita. Un altro sbadiglia, gli occhi stanchi, ma tira dritto senza esitare.
Molti di loro, Mario li conosce. Per lui, il Casinò è come casa. «Secondo me non si possono buttare soldi così. Puoi venire una volta, due, ma non tutti i giorni», spiega ad alcuni ragazzi portandoli in giro per le sale. Nel frattempo, è già l’una. Il tempo vola. All’Ariston, Carlo Conti annuncia la top 5 di serata. Mario saluta un addetto alla sicurezza: «A domani». Perché sul festival calerà il sipario ma le slot restano lì, accese tutto l’anno. Alla fine, tornerà ancora. Con una sola convinzione: la fortuna aiuta gli audaci.