Sono di nuovo libere Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, rispettivamente moglie e figlia di Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato di Articolo1 al centro dell’inchiesta belga denominata Qatargate. Casalinga di 67 anni la madre, avvocatessa di 38 la figlia, entrambe erano agli arresti domiciliari dal 10 dicembre scorso per effetto di un mandato europeo che ne avrebbe previsto il trasferimento a Bruxelles. Erano sospettate di avere ricevuto regali illeciti da Qatar e Marocco, come le vacanze di famiglia da 100mila euro di cui Colleoni parlava nelle intercettazioni, e di conoscere informazioni utili alle indagini sul presunto giro di corruzione che ha travolto il Parlamento europeo.
Dopo che Panzeri ha iniziato a collaborare, la procura federale belga ha rinunciato alla richiesta di consegna delle due donne, su cui ora la Corte di appello di Brescia ha revocato la misura cautelare. Saranno comunque ascoltate in Belgio, ma ci andranno da persone libere. La svolta arriva nelle stesse ore in cui i magistrati a capo dell’inchiesta, Micheal Claise e Raphael Malagnini, si trovano a Milano per esaminare documenti, conti e immobili sequestrati dalla Guardia di Finanza a persone collegate a Panzeri e mentre si ipotizza l’apertura di un’inchiesta in Italia.

Gli ultimi sviluppi – È iniziata intanto a Bruxelles l’udienza per il riesame della custodia cautelare di Niccolò Figà Talamanca, a capo dell’organizzazione non governativa No peace without Justice. Subito dopo, la Camera di Consiglio valuterà anche la scarcerazione di Francesco Giorgi, ora in prigione con l’accusa di corruzione, riciclaggio e organizzazione criminale. Per entrambi, la decisione dei giudici è prevista per il pomeriggio del 26 gennaio e sotto i riflettori c’è soprattutto Giorgi. Braccio destro di Panzeri, nonché compagno di vita dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, anche lei in custodia cautelare in carcere, Giorgi secondo gli inquirenti è una delle figure chiave dell’inchiesta. Un mese fa l’uomo aveva confessato l’esistenza di un’organizzazione usata da Marocco e Qatar per condizionare le decisioni dell’Ue nei rapporti con i due Paesi. Le sue dichiarazioni hanno contribuito all’evoluzione delle indagini e gettato i primi sospetti sul coinvolgimento dei due eurodeputati socialisti Marc Tarabella e Andrea Cozzolino.

Andrea Cozzolino
(foto Ansa)

Tarabella e Cozzolino – A dicembre, casa di Tarabella è stata perquisita. La polizia ha sequestrato dispositivi elettronici all’eurodeputato, ma per lui non era scattato il fermo. A oggi, il politico italo-belga iscritto ad Articolo1 non risulta indagato, anche se nei giorni scorsi è emersa una consulenza non dichiarata fatta al Qatar nel 2020. A inizio gennaio, la procura belga ha chiesto la revoca dell’immunità parlamentare sia per lui che per Andrea Cozzolino. Il 24 gennaio scorso, Cozzolino ha formalmente rinunciato all’immunità. Questo permetterà ai magistrati belgi di effettuare eventuali perquisizioni con una procedura molto più snella, senza chiedere l’autorizzazione al Palamento. L’eurodeputato, sospeso dal Pd dopo l’inchiesta, ha sempre negato il suo coinvolgimento nel Qatargate. Come ricostruito da ilfattoquotidiano.it, era finito sotto la lente della magistratura anche in seguito a una e-mail con cui invitava i suoi colleghi a votare contro una risoluzione ostile al Qatar. Ora Cozzolino si dice estraneo all’intera vicenda. In una nota diffusa dai suoi avvocati nelle scorse ore dice di non di avere mai ricevuto «direttamente o indirettamente né denaro contante né altre forme di sostentamento» da terzi e definisce «alquanto generiche» le indagini sul suo conto. Nella stessa nota, Cozzolino scarica il suo ex assistente Giorgi e lo stesso Panzeri, dichiarandosi «all’oscuro delle loro attività».

L’inchiesta – Il 9 dicembre 2022 la procura federale belga ha arrestato otto persone tra cui due in Italia. Al centro dell’indagine c’è un giro di mazzette che avrebbe coinvolto parte del Parlamento europeo per favorire il trattamento di Marocco e Qatar da parte dell’Ue. Sono stati sequestrati finora 1,5 milioni di euro, trovati nelle abitazioni di Eva Kaili e Antonio Panzeri. Destituita dal ruolo di vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili si trova in custodia cautelare nel carcere belga di Haren. I suoi avvocati credono che Panzeri farà nomi di altri deputati. Per l’ex sindacalista è stata stabilita una pena di cinque anni, di cui uno da scontare in carcere. Tra le ultime persone fermate, c’è l’ex commercialista di Panzeri, Monica Rossana Bellini, che secondo quanto dichiarato da Giorgi agli inquirenti, avrebbe contribuito a ripulire il giro di denaro illecito relativo al Qatargate.