Sassate e vetri infranti in attesa di Papa Francesco. A meno di dieci giorni dall’arrivo di Jorge Mario Bergoglio, tra le Case Bianche di Milano non c’è pace. Non una novità per gli inquilini di queste abitazioni popolari della periferia orientale gestite dall’Aler (Azienda lombarda edilizia residenziale Milano). Mentre si perpetuano i soliti episodi di violenza, gli operai sono al lavoro per cercare di rendere più gradevoli alla vista le strade e i palazzi tra cui camminerà il Pontefice.

La Madonnina è al sicuro – Tre sere fa è stata incendiata un’automobile in via Salomone. È ancora lì. Nelle scorse settimane due raid: nel primo, le vetrate dello «Spazio anziani», dove sono affissi diversi manifesti che annunciano l’arrivo del Papa, sono state infrante da sassi scagliati da ignoti; nel secondo, a essere presa di mira è stata una piccola cappella, che ospita una statua della Madonna. Proprio vicino a questo simbolo, Bergoglio si dovrebbe fermare in raccoglimento. Motivo per cui una signora ha deciso di portare via la statua e affidarla al parroco di San Galdino, così da metterla al sicuro da eventuali altri danneggiamenti.

Soliti problemi – Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si ipotizza che a compiere i due raid sia stato un gruppo di giovani, appena adolescenti, protagonisti di altri atti vandalici nelle scorse settimane. È solo una delle piaghe che affligge il complesso residenziale, oltre allo spaccio di droga e l’abusivismo. Come conferma Oscar Strano, giovane politico cresciuto in queste abitazioni, intervistato da Gioele Anni su MM, «almeno cento appartamenti sono occupati da abusivi. Tanti anziani sono soli e hanno bisogno di assistenza. E poi ci sono i giovani: molti adolescenti lasciano gli studi, i più grandi non trovano lavoro. Diverse ragazze, a 20 anni, hanno già figli. Ma la cosa peggiore è la sensazione di essere in un ghetto. Chi vive qui si isola dall’esterno e la disillusione contagia tutti».

Restauro – Sui muri scrostati, le infiltrazioni e, in generale, il degrado delle Case Bianche, da giorni lavorano gli operai, per provare ad accogliere il Pontefice nel modo migliore possibile. Secondo Paolo Larghi, presidente della cooperativa sociale “La Strada”, «la visita del Papa non cambierà la situazione, ma è un messaggio che contribuisce a riaffermare che c’è la possibilità di prendersi cura delle persone e di queste periferie».