La procura di Forlì è al lavoro sull’inchiesta “mascherine”. Sono stati arrestati Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli durante la pandemia, e Gianluca Pini, ex deputato della Lega, non più in carica dal 2018. Entrambi sono stati messi ai domiciliari. Coinvolti anche diversi funzionari della prefettura di Ravenna e dell’Azienda unità sanitaria locale della Romagna (Ausl Romagna). L’accusa sarebbe quella, proprio per Minenna e Pini, di aver stretto un accordo illecito con al centro la vendita di mascherine.

Mascherine (fonte: Pixabay)

La vicenda – Secondo i magistrati tra l’ex deputato leghista e Minenna ci sarebbe stato un pactum sceleris, ovvero un accordo illecito. Pini aveva promesso a Minenna di fare il suo nome per la carica di Dirigente generale dell’Agenzia delle Dogane. Minenna in cambio avrebbe accettato le richieste di Pini per l’importazione di merci, tra cui le mascherine. Pini avrebbe poi ottenuto un appalto milionario dall’Ausl Romagna per la fornitura delle protezioni per naso e bocca usate contro il Covid, nonostante non esistesse nessuna specifica attitudine aziendale, lucrando così sulla pandemia del 2020. Il trasporto della merce avveniva grazie agli accordi con un imprenditore di Forlì che manteneva rapporti illeciti che coinvolgevano anche un’impresa non italiana di auto-trasporto .

I retroscena – L’inchiesta ha avuto inizio nel gennaio 2020 durante un’operazione antidroga della Squadra Mobile di Forlì, a cui sono seguite numerose intercettazioni telefoniche. Secondo la procura, gli episodi cruciali delle indagini sono stati due: l’arresto nell’estate del 2020 di due fratelli soci dell’impresa di autotrasporto che, provenienti dal Belgio, alla guida di un auto-articolato trasportavano circa 28 kg di cocaina e le perquisizioni svolte nell’aprile 2021 negli uffici dell’Agenzia delle Dogane, dell’Ausl Romagna e nelle abitazioni di alcuni degli indagati. Complessivamente tutta l’attività investigativa ha portato all’esecuzione di 34 provvedimenti cautelari custodiali e a diversi sequestri preventivi per un ammontare di circa 63 milioni di euro.