Doveva vigilare su uno dei patrimoni archeologici più importanti d’Italia. Invece, avrebbe preso mazzette per pilotare gli appalti. L’ex commissario straordinario degli scavi di Pompei, Marcello Fiori, sarebbe indagato con quest’accusa. Nella mattinata del 5 febbraio, la Guardia di Finanza di Torre Annunziata – stando a quanto si apprende in ambienti giudiziari – avrebbe iscritto Fiori nel registro degli indagati per abuso d’ufficio: nel commissionare l’appalto degli scavi alla “Caccavo S.r.l.”, l’ex commissario avrebbe violato “le procedure derogatorie nell’affidamento dei lavori rispetto alla normativa sull’evidenza pubblica”.

Intanto, è già stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del rappresentante legale proprio della “Caccavo S.r.l.”, che si trova ora agli arresti domiciliari. La Procura ha poi disposto il sequestro preventivo di beni per il valore complessivo di circa 810mila euro. Le accuse rilevate sono corruzione, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato.

Tra le altre misure cautelari, il divieto dell’esercizio dell’attività professionale nei confronti di tre ingegneri della Soprintendenza di Pompei e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per il legale rappresentante della srl. La spesa dei lavori all’interno dell’area archeologica di Pompei ammonta a oltre 8 milioni di euro.

Francesco Paolo Giordano