Costruisci il tuo futuro“. Questo il nome dato da Stellantis all’offerta di buonuscita arrivata a 15mila dipendenti in Italia. La proposta, giunta tramite e-mail il 3 novembre, prevede incentivi, bonus e un programma di active placement per chi lascerà l’azienda per «nuovi progetti personali e professionali». L’azienda automobilistica, frutto della fusione Fiat-Chrysler-Psa e guidata da Carlo Tavares, aveva già avviato programmi di esubero in Italia e negli Stati Uniti. Si tratta, sostiene l’azienda, dell’effetto della transizione alla mobilità elettrica.

L’offerta – I 15mila lavoratori hanno tempo per decidere fino al 31 dicembre. Sono destinatari dell’avviso anche i dipendenti più anziani e che sono vicini al pensionamento. Per chi abbandonerà Stellantis, sono previsti incentivi in base ad anzianità, età e mansione, un bonus di tre mensilità, un’indennità di mancato preavviso e un programma di riqualficazione per nuovi collocamenti all’esterno e all’interno delle società del gruppo Stellantis (escluse Iveco, Cnh e Ferrari).

“Uscita volontaria” – I dipendenti di Stellantis in Italia sono 45mila: il che significa che un terzo dei lavoratori ha ricevuto questo avviso. Già nel 2022, Stellantis aveva avviato un programma di 1820 “uscite volontarie” per accompagnamento alla pensione dei dipendenti. Lo scorso febbraio era stata raggiunta un’intesa con tutti i sindacati (tranne la Fiom) per “l’uscita volontaria” di 2mila colletti bianchi: tra questi, 500 avrebbero accettato, soprattutto a Mirafiori. Il fenomeno non riguarda solo l’Italia. L’azienda del presidente John Elkann ha avviato un programma di “autolicenziamenti”, come sono stati chiamati, anche negli Stati Uniti. Su 12.700 dipendenti in America, la proposta ne ha raggiunti 6.400, circa il 50%. L’offerta è rivolta a chi presta servizio da più di 5 anni e non è iscritto al sindacato United Auto Workers (UAW), che ha scioperato in massa nelle scorse settimane contro Stellantis, Ford e GM.

La transizione – La riorganizzazione di Stellantis non ha risparmiato lo stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore, messo in vendita (a rischio 229 dipendenti, ma sarebbero cinque i possibili acquirenti) così come la celebre Maserati di Grugliasco, il cui stabilimento è apparso in vendita su un noto sito di annunci immobiliari. L’azienda sta seguendo un programma che ha come obiettivo il taglio dei costi e l’adeguazione degli organici alla transizione alla mobilità elettrica. Edi Lazzi, di Fiom Cgil, ha criticato le mosse del gruppo: «È evidente quello che sta facendo Stellantis. In Italia cerca di ridurre il più possibile il personale e gli investimenti li fa in Francia». L’azienda ha aperto una gigafactory per la produzione di batterie elettriche a Douvrin, vicino Lille, neanche 6 mesi fa.