Ora che sulla panchina della Lombardia si siede lui, Roberto Maroni deve decidere la formazione da mandare in campo. Una squadra da quattordici assessori, sette uomini e sette donne, ai quali vanno aggiunti due sottosegretari (uno del Pdl e uno della Lega). Le scelte definitive verranno fatte in occasione dell’incontro tra il nuovo presidente della Regione e Silvio Berlusconi, incontro slittato per via del ricovero dell’ex premier al San Raffaele. Ma già circolano i nomi caldi: Mario Mantovani (Pdl), già designato vicepresidente, alla Sanità; Valentina Aprea (Pdl) all’Istruzione; Massimo Garavaglia (Lega) al Bilancio; l’ex canoista Antonio Rossi (Lega) allo Sport; Daniele Belotti (Lega) all’Ambiente; Maria Cristina Cantù (Lega) alla Famiglia; Gianni Fava (Lega) all’Agricoltura.

Maroni è stato chiaro: nessun indagato nella sua giunta. «Nominare gli assessori è una scelta di mia stretta competenza: non voglio in squadra chi è sottoposto a indagini da parte della magistratura». A lasciarci le penne sarebbe Giulio Boscagli, assessore alla Famiglia nella giunta Formigoni e indagato per i rimborsi ai gruppi consiliari e gli appalti truccati nell’ambito del progetto Telemedicina.

Per quanto riguarda il nome del nuovo presidente del consiglio regionale, circola con insistenza quello di Raffaele Cattaneo, caldeggiato dal Pdl. Una nomina che spetta all’aula e non a Maroni: per questo Cattaneo, pur indagato per la faccenda dei rimborsi, rimane il nome forte per la successione a Fabrizio Cecchetti.

Maroni, confermato segretario della Lega Nord nonostante le dimissioni messe sul tavolo, conta di presentare la sua squadra entro sabato 16 marzo, in maniera da convocare la prima riunione della giunta per lunedì 18, giorno in cui, con il presidente uscente Formigoni, dovrebbe essere ratificato il passaggio di consegne.

Francesco Paolo Giordano