«È la migliore idea che abbiamo mai avuto». Questo il titolo dell’appello di 21 capi di Stato dell’Unione europea, tra cui l’italiano Sergio Mattarella, a favore dell’unità continentale e in difesa dei meriti e dei vantaggi dell’organizzazione comunitaria. Una scelta di campo inusuale che probabilmente susciterà qualche polemica quella dei 21 presidenti della Repubblica europei – alla quale non si sono uniti i monarchi di Spagna, Regno Unito, Paesi del Benelux e scandinavi – che a poche settimane dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo prendono posizione in difesa dell’Unione, la cui esistenza non è mai stata messa così in discussione come in questo periodo storico. Se alcuni tra i firmatari, come il francese Emmanuel Macron, sono da tempo pubblicamente schierati col fronte europeista, sorprende trovare in calce al documento i nomi di Andrzej Duda e János Áder, rispettivamente ai vertici di Polonia e Ungheria, di solito vicini agli euroscettici più intransigenti.

Europa pacifica, forte e integrata – I presidenti ricordano come «l’integrazione europea ha aiutato a realizzare la secolare speranza di pace in Europa dopo che il nazionalismo sfrenato e altre ideologie estremiste avevano portato l’Europa alla barbarie di due guerre mondiali». Oltre ad aver garantito il più lungo periodo di pace della storia del continente, l’Unione è anche, nelle parole dei capi di Stato, la chiave per affrontare il futuro: «Solo una comunità forte sarà in grado di affrontare le sfide globali dei nostri tempi». Pertanto affermano tutti di concordare, al di là delle differenze politiche, «che l’integrazione e l’unità europea sono essenziali e che vogliamo che l’Europa continui come Unione».

Dibattito e riforme – Il documento non ignora che le opinioni sul ruolo che dovrà avere nel futuro l’Unione possano essere diverse e che il dibattito sui temi europei sia molto acceso. «L’Europa – si legge – è in grado di sostenere il peso di un dibattito che includa un’ampia gamma di opinioni e di idee.», a patto però di tenere saldo un principio: «Non si deve ritornare a un’Europa nella quale i Paesi siano avversari piuttosto che partner alla pari». Ciò che vogliono i capi di Stato è «un’Unione che riesamina costantemente con occhio critico il proprio lavoro ed è in grado di riformarsi […] quest’Europa ha necessità di un vivace dibattito politico su quale sia la direzione migliore per il futuro».

«È un voto sul futuro comune» – Le massime istituzioni degli Stati europei chiamano infine i cittadini, soprattutto i più giovani, all’impegno diretto a favore dell’Unione. «È necessario che tutti noi ci impegniamo attivamente per la grande idea di un’Europa pacifica e integrata». Non si tratta, scrivono, di difendere una semplice organizzazione internazionale, bensì quella che è diventata un’ulteriore identità, che si somma alle precedenti: «Siamo tutti europei – affermano – Ormai da tempo per molti in Europa, soprattutto tra le nuove generazioni, la cittadinanza europea è divenuta una seconda natura. Per loro non è una contraddizione amare il proprio villaggio, la propria città, regione o nazione ed essere al contempo convinti europeisti». L’appello finale è un invito a votare: «La nostra Europa unita ha bisogno – ribadiscono – di un voto forte da parte dei popoli, ed è per questo che vi chiediamo di esercitare il vostro diritto a votare. È un voto sul nostro comune futuro europeo».