Sono migliaia nella zona turca di Edirne, sul confine orientale greco a est di Salonicco. Uomini, donne, bambini, vecchi in fuga dalla Siria da sabato 29 febbraio provano a passare il confine dalla Turchia alla Grecia. Dura la risposta di Atene: «Il nostro consiglio di sicurezza nazionale ha deciso di innalzare a massimo il livello di protezione alle frontiere», ha detto il premier Kyriakos Mitsotakis che poi ha annunciato su Twitter la sospensione delle domande di asilo. E le forze dell’ordine continuano a respingere con manganelli e gas lacrimogeni la marea umana in cerca di un varco attraverso il filo spinato che la separa dall’Europa.

Le rotte migratorie tra Turchia e Grecia

Il dietrofront turco – La causa scatenante è stata l’uccisione, nella tarda serata del 27 febbraio, di 36 soldati turchi in un raid aereo del regime siriano a Idlib, la regione nord orientale della Siria, da 20 giorni scenario dei combattimenti incrociati tra Ankara e Damasco sostenuta dagli alleati russi. Immediata la reazione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che, poche ore dopo, ha riaperto i confini con l’Europa al passaggio dei profughi in fuga verso la Grecia, senza una sospensione ufficiale degli accordi del 2016 con l’Unione Europea: i 6 miliardi di euro ricevuti per contenere il flusso migratorio di 3,6 milioni di profughi in fuga da Siria, Iraq e Afghanistan. «Entro pochi giorni i migranti in partenza saranno oltre 30 mila», ha minacciato Erdogan, con un tono che sa di ricatto politico nei confronti degli alleati europei.

I migranti al confine tra Grecia e Turchia

Marea umana – Alto il livello di allerta lungo i confini dell’Unione Europea, dichiarato da Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere. Secondo il capo della comunicazione della presidenza turca, Fahrettin Altun, alla data di domenica 1 marzo sarebbero circa 81mila i migranti provenienti dalla Siria e dai campi profughi turchi ad aver già attraversato il confine verso la Ue. Le fonti greche sono invece più caute sui numeri. Atene ha comunque ottenuto dai partner europei ciò che ha chiesto: aiuti, attrezzature militari e uomini E’ stata convocata una riunione dei ministri degli esteri dell’Unione per riaprire i colloqui con Ankara. Intanto i migranti scappano, si disperdono e cercano di guadare il fiume o di ricavarsi a mani nude dei varchi tra le fili spinati. La maggior parte si riversa al punto di passaggio di Kastanies, nascosto tra foreste e montagne nella zona turca di Edirne, sul confine orientale greco a est di Salonicco. Altri, almeno 600, riporta l’agenzia greca Ana, sono arrivati domenica mattina con gommoni di fortuna dalla costa turca alle isole greche di Chios, Samos e Lesbo, dove i campi profughi sono già sovraffollati. E 13 mila sarebbero in marcia dal Bosforo verso ovest, hanno riportato organizzazioni Onu.

Gli scontri tra migranti e polizia greca al confine turco

Linea dura e guerra tra poveri- Oltre 10 mila migranti sono stati fermati con manganelli e gas lacrimogeni sabato 29 febbraio e altri 5.500 domenica 1 marzo dalla polizia greca, che presidia la zona di Evros, nel nordest della Grecia. Tra questi molti sono donne e bambini siriani, afghani e iracheni. Alcuni, rimasti feriti dopo il lancio dei gas lacrimogeni, sono stati curate dagli uomini del pronto soccorso russo. Complicato anche il controllo delle frontiere marittime. Qui i migranti non sono riusciti a passare solo per le avverse condizioni meteorologiche. E mentre il premier Mitsotakis dichiara l’allerta alle frontiere, il portavoce del governo Stelios Petsas comunica la sospensione delle richieste di asilo per coloro che entreranno illegalmente nel Paese. Anche nei campi profughi la tensione rimane alta. A Moria e Vial, sulle isole di Lesbo e Chios, nella notte di sabato 29 febbraio ci sono stati duri scontri tra profughi e polizia. Sembra che un bambino sia morto nel tentativo di approdo a Mitilini, sull’isola di Lesbo. Stando a quanto riportato dal sito Cnn.gr un gommone partito dalla costa turca si è ribaltato quando è stato avvicinato dalla Guardia costiera greca. 46 persone sono state salvate, tra loro un bambino. Il cadavere di un altro bimbo è stato ritrovato poco dopo. Secondo quanto riferito dai media locali, un gruppo di residenti sull’isola greca ha cercato di fermare lo sbarco delle imbarcazioni con i migranti a bordo,  Sui social si moltiplicano i video che, tra pianti di bambini infreddoliti e urla di civili greci che gli intimano di tornarnarsene in Turchia, documentano quella che sembra sempre più una guerra tra poveri.