Sempre meno soldi per l’assistenza e le famiglie. Tanto che per la Cgil questo è “l’anno zero del welfare”. Negli ultimi cinque anni, il fondo per le politiche sociali ha subito un taglio del 75 per cento, passando da da 923 milioni di euro a soli 69,95 milioni. A rivelarlo è un’indagine del Sindacato Pensionati Italiani insieme alla Cgil.

La spesa per il welfare è la principale fonte di finanziamento statale per l’assistenza alle persone e alle famiglie. Azzerato dal governo Berlusconi, si legge nell’indagine, il fondo non è stato rifinanziato dal governo Monti, “nonostante le reiterate promesse in tal senso”.

Altri tagli, prosegue lo Spi, hanno subito il Fondo per le politiche della famiglia, passato da 185 milioni a 32, e quello per le politiche giovanili, da 94 a 8 milioni.

Anche al livello locale, la situazione non migliora: nel 2012 nei Comuni italiani si è infatti registrata una diminuzione della spesa per i servizi sociali “in senso stretto” del 3,6 per cento.  E anche le risorse per cosiddetto welfare allargato – cioè servizi sociali, istruzione, sport e tempo libero – sono calate del 6,8 per cento, con punte dell’11 per cento in diverse zone del Mezzogiorno.

Più lieve la riduzione a carico delle spese per l’amministrazione generale, che si attesta al 2,9 per cento e conferma la difficoltà nel tagliare i costi della politica. Infine, il rapporto Spi-Cgil segnala che le entrate tributarie hanno visto nel 2012 un aumento del 9,5 per cento.

Andrea Zitelli