C’è una variabile lontana dalla Striscia di Gaza che contribuisce a fare del conflitto in Medio oriente una questione di interesse globale: l’interferenza degli Houthi e la minaccia di una nuova crisi delle catene di approvvigionamento delle merci. Nelle ultime settimane in Mar Rosso il gruppo armato yemenita, che fa parte dell’asse della resistenza in opposizione a Israele, ha intensificato gli attacchi contro navi petrolifere e mercantili battenti bandiere di ogni nazionalità., Così diverse compagnie di spedizioni hanno sospeso il transito delle loro navi cargo verdo il canale di Suez e percorronoi ricorrere rotte alternative, con un conseguente aumento di tempo e costi.

Blocco – Gli attacchi dei ribelli hanno preso di mira le navi porta container in transito attraverso lo stretto di Bab al-Mandab, sbocco meridionale del mar Rosso che tocca le coste dello Yemen e sul golfo di Aden, in una strategia supportata dall’Iran per premere sugli alleati di Tel Aviv. Attraverso Bab al-Mandab passa infatti il 30% del traffico globale dei container e l 10% del petrolio greggio diretti verso il Mediterraneo. In risposta ai rischi crescenti che attacchi di droni e missili balistici degli Houthi hanno portato a equipaggi e cargo, il 15 dicembre quattro delle cinque più grandi compagnie di spedizioni al mondo, Cma Cgm, HaapagLlyod, Maersk e Msc hanno sospeso i loro servizi dirottando le loro navi verso la rotta di Capo di Buona Speranza «finché il passaggio attraverso il mar Rosso non sarà sicuro»

Costi in aumento – Quella che passa dal canale di Suez è un’arteria fondamentale nel commercio internazionale. Come già dimostrato in passato, per esempio con l’ostruzione della portacontainer taiwanese Ever Given rimasta di traverso nel canale per sei giorni, un suo blocco o una temporanea ostruzione hanno conseguenze immediate sul piano economico. In primis con un aumento dei tempi di consegna delle merci trasportate, con ritardi stimebili tra i 7 e i 10 giorni. In secondo luogo con un aumento dei costi assicurativi per coprire i rischi di trasporto e compensare gli eventuali danni. Secondo le prime stime della piattaforma di spedizione Flexport, pubblicate su ilfattoquotidiano.it, il clima bellicoso nel mar Rosso «avrà un impatto sulle imbarcazioni che trasportano beni dall’Asia all’Europa e alla costa est degli Stati Uniti». I mercati hanno già reagito con un aumento delle quotazioni del greggio•

Escalation – In risposta alle incursioni Houthi gli Stati Uniti hanno intensificato il passaggio di navi da guerra attorno alle coste dello Yemen, limitadosi a gesti di deterrenza così da evitare un allargamento del conflitto in Medio Oriente. Secondo alcuni analisti le armi impiegati dagli Houthi si sono fatte via via più sofisticate dall’inizio della guerra il 7 ottobre, un segnale che dietro la loro attività si nasconde Teheran. Le operazioni dei ribelli rimangono tuttavia slegate e non sembrano seguire un pattern definito, cosa che rende difficile prevederne le mosse future. «Continueremo a ostacolare tutte le navi dirette ai porti israeliani finché cibo e medicine di cui i cittadini della Striscia di Gaza hanno bisogno non saranno consegnati», ha dichiarato il gruppo dopo l’attacco alla portacontainer Msc Palatium III. In più di un’occasione i leader dei ribelli hanno dichiarato di attaccare esclusivamente i convogli diretti verso Israele, ma non tutte le imbarcazioni colpite nelle ultime settimane avevano legami diretti con Tel Aviv o erano obiettivi militari.