Il sogno inconfessato di ogni scenografo: eliminare il palco e non perdere la magia. Forse questa volta al teatro Ariston ci sono riusciti. La chiave del segreto? Trasformare tutto il teatro in un palco: «Abbiamo rubato ogni centimetro quadrato. Mai visto un palco così grande a Sanremo» ha detto Claudio Baglioni, direttore artistico del Festival, durante la conferenza stampa di apertura.

I nuovi spazi– Il palco dove si esibiranno i 24 artisti è stato sfruttato al massimo dall’artista e stage designer romana Miriam Mirolla, che per la seconda volta – la prima fu nel 2013 – mette in scena uno spettacolo da togliere il fiato. Il “Trampolino che svetta tra le nuvole” è la metafora che ha guidato la realizzazione del progetto artistico. La lunghissima – e temuta – scala dell’Ariston vuole «proiettare gli artisti ancora più su, nel blu dipinto di blu», incitando i cantanti a «volare alto sulle orme di Modugno», spiega Morolla.
Nuova anche la scelta di inserire l’orchestra in posizione centrale – in una cavità creata nel proscenio –  che è stata pensata proprio per cullare il cantante durante la performance e espandere le onde sonore della musica verso il pubblico. L’onda è infatti il tema che ritorna e abbraccia il palco: Allora possiamo immaginare che siano proprio le melodie a sorreggere e a sollevare il trampolino verso il cielo» ha ribadito Morolla. Per seguire il flusso ondoso, una sofisticata macchina teatrale motorizzata – pensata dal progetto scenografico di Francesca Montinaro – muoverà forme, sedute e luci in sincronia per catturare lo spettatore anche dallo schermo di casa.

Gli ingredienti segreti – «Merito di una scenografia che amplifica gli spazi, di luci che sono parte integrante dello spettacolo e di effetti scenici sorprendenti. È una scatola magica, all’interno del quale collocare le canzoni ed esaltarne racconti e atmosfere, attraverso la creatività di una ripresa televisiva che cerca di interpretare essa stessa i brani proposti sul palco» ha detto Duccio Forzano, regista del Festival. Quattro set fissi e due mobili, più di 20 km di cavi, 12 telecamere hd – gli scorsi anni erano 9 o 10 – e il lavoro instancabile di 290 tecnici Rai che provano da settimane. Il team degli operatori, nascosti alle telecamere e al grande pubblico televisivo ma senza i quali non ci sarebbe nessun Sanremo, inizia a preparare il Festival il 27 dicembre.

La polemica sugli ambienti– Ad un giorno dal grande debutto di questa edizione crescono le aspettative ma non mancano i dubbi sulla gestione degli ambienti del Festival. L’Ariston ospita questo evento dal 1977, ogni anno ci sono nuove proposte e nuove idee per camuffare le dimensioni reali di un palco che sembra troppo stretto per reggere il futuro della musica italiana. Durante la conferenza stampa infatti, una domanda rivolta ad Alberto Biancheri – sindaco di Sanremo – ha sottolineato la necessità di un pala-musica dedicato al Festival e pronto ad ospitare e ad «aprire» l’evento a un pubblico più ampio. La risposta, per ora, segue la tradizione.