La sera del 30 maggio, dopo 10 ore di voti online, è arrivato il verdetto della piattaforma Rousseau: Luigi Di Maio è stato riconfermato capo politico del Movimento 5 Stelle con l’80% dei voti espressi. Ha potuto votare solo chi è iscritto al Movimento da più di sei mesi, un meccanismo di tutela della piattaforma completata con la verifica di un documento di identità e di un numero di telefono.

La fiducia dei suoi – Prima che dei cittadini, però, il leader pentastellato aveva già incassato la fiducia dei vertici del partito, confermata dopo la riunione notturna con Alessandro Di Battista e Francesco D’Uva. «Alessandro (Di Battista, ndr) è un fratello e un compagno di viaggio, così come lo è Roberto (Fico, ndr)», ha scritto il ministro del Lavoro in un post sul blog delle stelle, rassicurando poi sul risultato deludente delle elezioni europee: «Il Movimento 5 Stelle non perde mai: o vince o impara». Al termine dell’assemblea aveva già parlato lo stesso Di Battista, ammettendo un’eccessiva concentrazione dei compiti nelle mani di Di Maio, già sovraccaricato del lavoro nei ministeri: «Il nostro limite è che siamo brave persone e quindi abbiamo scelto i ministeri più complicati e abbiamo fatto i provvedimenti più complicati». La stessa sicurezza non si può attribuire al presidente della Camera Roberto Fico, contrario alla votazione odierna su Rousseau: «È da vecchia politica», ha detto, «mettere in discussione il capo politico dopo una sconfitta». Gli ha fatto eco Luigi Gallo, presidente della commissione cultura alla Camera, secondo il quale la votazione avrebbe dovuto essere ritirata per pensare «ai problemi veri». Gallo ha anche ripudiato la possibilità di una segreteria politica, composta da pochi saggi del Movimento, che Di Maio potrebbe istituire per condividere le molte responsabilità di cui è intestatario. Altri pentastellati sono invece favorevoli, contro l’idea di «un uomo solo al comando, non in linea con i valori del movimento», come dichiarato da Carla Ruocco, presidente alla Camera della commissione finanze.

I risultati – Alla fine, dunque il capo politio dei Cinquestelle per ora resta al suo posto. Una sfiducia a Di Maio, del resto, avrebbe comportato ripercussioni a cascata sulla maggioranza di governo, oltre che problemi di successione all’interno del partito. Eventualità che al momento appare più lontana. Sul blog delle stelle, molti utenti hanno commentato gli articoli riguardanti la votazione, esprimendosi in grande maggioranza a favore dell’attuale leader. Anche chi non riesce a votare per problemi con il sito, o chi non è iscritto da almeno 6 mesi, sembrava preferire che la situazione ai vertici rimanga com’è.

La piattaforma di voto – Rousseau è la piattaforma per la democrazia diretta online lanciata nel 2016 dal M5S. Oltre a votare sulle questioni di rilevanza del partito, come quella in questione o le primarie prima delle elezioni, gli iscritti possono contribuire alla scrittura delle leggi, donare fondi, cercare sostegno legale nel caso di querele per le pubblicazioni online a favore del Movimento, istruirsi con «corsi strutturati come quello per portavoce in comune, sul bilancio comunale e sul funzionamento del parlamento», si legge sul sito. La piattaforma, gestita dalla Casaleggio e Associati, può contare su un regolare flusso di finanziamenti provenienti dalle indennità dei parlamentari Cinquestelle, 300 euro a testa. All’ultima votazione su Rousseau, per l’autorizzazione a procedere contro Salvini sul caso Diciotti, hanno partecipato circa 52mila persone.